Kutfaces ‘Street Routine’

(Quickflow Records/Alkemist Fanatix Europe/Code 7 Distribuzioni 2009)

Il rap metal, chi era costui? Già, un genere tanto di voga alla metà degli anni ’90 e poi caduto nel dimenticatoio in pochissimo tempo. Ogni tanto però qualcosa si risente, e qui cascano a fagiuolo i torinesi Kutfaces.
In ‘Street Routine’, il quartetto, coadiuvato da una serie di ospiti d’onore quali gli Assalti Frontali su tutti, ci presenta nient’altro che un cantato rap puro su una base hard rock, niente di più e niente di meno.
Come in tutti gli album del genere, i testi assumono un’importanza cruciale e sotto questo punto di vista i torinesi non convincono proprio più di tanto. Lungi da un qualsivoglia intellettualismo o dall’infarcire tutto di insulti a caso, i quattro lanciano rabbia e odio verso chiunque capiti a tiro: politica, polizia, ecc. Nel farlo però non usano un linguaggio particolarmente tagliente né qualche rima ricercata, le liriche difficilmente riescono a smuovervi da una piatta indifferenza.
Musicalmente, c’è poco da dire, non troviamo nulla di particolarmente memorabile e le influenze sono particolarmente ovvie (devono essere dei palesi fan di Tom Morello i nostri, sentite i riff di In Memory Of e Street Routine!); tant’è che il missaggio stesso sembra voler relegare la musica a un livello inferiore, ben sotto le voci piazzate in primissimo piano.
Insomma, pur ammettendo di aver apprezzato qualcosa del periodo rap metal, non trovo nulla per cui poter consigliare i Kutfaces rispetto a gruppi disciolti una decina d’anni fa.

Voto: 6

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