Morose ‘La vedova d’un uomo vivo’

(Shyrec/Ribéss/Boring Machines 2009)

Gli spezini Morose, in giro da più di dieci anni, con “La vedova di un uomo vivo” pubblicano il loro primo lavoro in italiano, il quarto in totale. A parte l’idioma, il trio ligure ha cambiato ben poco per quanto riguarda lo stile, dato che insiste con un folk lo-fi accostabile ai primi Black Heart Procession .
Il ritmo è assolutamente rallentato, le ambientazioni melanconiche e tristi ed il sound è estremamente desolato e lirico.
I riferimenti alla tradizione italiana sono molti, ma altrettanta è la loro capacità di creare uno stile personale, tuttavia in Intorno a una donna dai molti mariti, la voce del cantante ricorda quella del Federico Fiumani più etereo ed il brano incede molto lentamente, guidato inizialmente da una sola chitarra e poi in progressione entrano gli altri strumenti, in evidenza i fiati nei quali si miscelano riferimenti tanto ai La Crus, quanto a Vinicio Capossela. La voglia di sperimentare dei Morose è tanta, quindi nel Il campo ha occhi, la foresta orecchi il trio ci porta negli inquietanti abissi della nostra psiche, accompagnati da accenni di jazz sperimentale.
Questo è un disco complesso e di non facile approccio, ma intrigante e con moltissime risorse.

Voto: 7

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