Fred Anderson / Hamid Drake ‘From The River To The Ocean’

(Thrill Jockey/Self 2007)

Caldo, umorale ed intenso; un’aurea di classicità ad
aleggiare sul tutto.
Seconda prova d’insieme per Anderson e
Drake dopo “Back Together Again” del 2004,
questo “From The River To The Ocean” tende a rafforzare
ulteriormente l’intesa fra i due avvalendosi del contributo esecutivo
di Jeff Parker alla chitarra, Harrison Bankhead al
violoncello, Josh Abrams al basso e la registrazione e
produzione di John McEntire;
il risultato finale dell’operazione è un perfetto mix di
capacità tecniche (eccelse, non poteva esser altrimenti) e
calda attitudine comunicativa.
Anderson (classe 1929), è
sassofonista tenore straordinario, proprietario
dello storico Velvet Lounge e
fondatore dell’imprescindibile AACM,
Drake da parte sua è percussionista fra i più
rispettati e vanta una serie infinita di collaborazioni fra le quali
da ricordare sono perlomeno quelle con William Parker,
David Murray; Pharoah
Sanders
e Don
Cherry
.
“From
The River…” riesce agilmente ad eludere ogni tentazione
autistico/intellettualoide prediligendo una calma e serena
esposizione che risulta fruibile (e godibile) anche da chi non è
avvezzo a suoni del genere.
Ma non si pensi che i due si siano
limitati, le modalità espressive sono difatti molteplici, si
passa senza sforzo alcuno dal superbo spiritual/jazz dell’iniziale
Planet E alle sfumature blues
di Strut Time passando
per l’intensa, elevatissima invocazione di For Brother Thompson
(dedicata al trombettista Malachi Thompson)
dove affiora il canto devozionale di Hamid Drake letteralmente
struggente (come risulta essere nel frangente anche il piano di
Bankhead).
From
River To The Ocean
e Sakti/Shiva viaggiano decise sul lato
più prettamente spirituale, caldi minuti di narcosi celestiale
sorretta dal particolare timbro del guimbri, un basso tradizionale
africano a tre corde con il quale Josh Abrams ci apre le porte del
cielo più alto, Drake che affonda le mani nei ritmi tribali
africani, Anderson quasi imprendibile per leggerezza ed intensità;
una desertica landa assolata di lussureggiante e sacrale
bellezza.
L’ultimo respiro prima del silenzio finale spetta ad
Anderson e non poteva essere altrimenti.
Odora di vita e sudore;
sofferenza e redenzione.
Coltrane sorride.

Voto: 8

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