This Is Your Captain Speaking ‘Storyboard’


(Resonant Recordings 2006)

This Is Your Captain Speaking è il nome di un enigmatico trio australiano di Melbourne, del quale ‘Storyboard’ costituisce il debutto.
A dire la verità, quest’album ha fatto la sua prima comparsa tempo addietro; tuttavia, essendosi trattato all’epoca di un’autoproduzione edita in quantità assai limitata, l’album è irrimediabilmente rimasto nell’ombra, ed è ora grazie all’inglese Resonant che torna ad essere disponibile (per quanto, inspiegabilmente, anche questa volta in edizione limitata a mille copie).
I This Is Your Captain Speaking si inseriscono in un filone molto interessante della music australiana degli ultimi anni, che ha visto protagoniste altre band, quali Aviator Lane, Khancoban, Art Of Fighting, Purplene e Braving The Seabed, e che mira a rappresentare il lato arioso, solare e dolcemente malinconico dello slowcore, allontanandosi dal binomio slowcore/sadcore al quale durante gli anni Novanta ci avevano abituato gruppi quali, ad esempio, Low, Codeine, Idaho, Red House Painters e Palace Brothers.
Fin dal primo ascolto, però, appare chiaro come, in questo caso, il termine slowcore sia alquanto riduttivo, dal momento che quella dei This Is Your Captain Speaking è in realtà una formula che spazia, con fare spigliato e disinvolto, da post-rock a dreampop, da folk a pop, con l’aggiunta di un pizzico di psichedelia, in omaggio ai connazionali Dirty Three (nei cui confronti i Nostri sono senz’altro debitori), creando una struttura sonora eterogenea e complessa che si dispiega con ammirevole continuità, dotata di stupefacente immediatezza.
Senza mai cedere alla tentazione di fascinosi ma inutili virtuosismi, chitarre sgargianti (talora financo un po’ jangly) dialogano a lungo e riecheggiano, con cadenza segnata da una sezione ritmica che emerge lentamente con discreti e fascinosi crescendo per poi pulsare morbidamente con gentili arresti e ripartenze, evocando gli immensi e silenziosi spazi del Paese d’origine del gruppo e dando espressione alla solitudine e alla soggezione che l’uomo non può evitare di provare al loro cospetto.
La durata delle sette tracce in esso contenute (oltre un’ora in tutto) e la detta complessità tecnica/stilistica fanno di “Storyboard” un album che richiede all’ascoltatore un certo impegno; ciononostante, la poderosa carica emotiva che esso porta con sé permetterà allo stesso tempo di lasciarsi cullare dalle sue note e trasportare in luoghi lontani.

Voto: 9

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Autore: a.crestani@yahoo.com