(Autoproduzione 2006)
Gli Sheena sono un quartetto nato a Padova nel 2004, la cui attuale line-up è composta da Fabio (chitarra e voce), Andrea (basso e voce), Pil (chitarra) e Sgarbo (batteria). Nel maggio di quest’anno, dopo una serie di concerti in varie località nei pressi di Padova e Vicenza (in occasione dei quali, precisano i quattro, il gruppo ha riscosso “un discreto successo in quanto a pubblico ed approvazioni”), gli Sheena hanno registrato il loro primo demo, questo “Live recorded demo 2006”, totalmente in presa diretta.
L’ascolto del disco rivela il sound della band come un miscuglio non troppo originale di indie rock italiano (Verdena e Afterhours) e british (Placebo), venato di qualche spunto noise (Sonic Youth), il tutto frullato in chiave decisamente melodica. L’esecuzione strumentale è ben lungi dall’essere perfetta, il cantato è monocorde e i testi insipidi, quando non al limite del non-sense involontario. Le velleità “sperimentali” che sembrano sottostare a certi brani, poi, non aiutano, anzi finiscono con l’irritare ancora di più per la loro inconsistenza. A peggiorare le cose, la lunghezza eccessiva di alcuni pezzi, che finisce col far risaltare in modo ancora più impietoso tutti i limiti tecnico-compositivi del gruppo.
Qualcosa da salvare, comunque c’è: l’intro strumentale di New Wave (ma la melodia fa pensare a degli Sugarfree in versione dark), gli sbilenchi incroci chitarristici di Sunday Rain, l’attacco (questo sì bruciante) di Flux, che richiama alla memoria i Placebo di Brick Shithouse e l’intermezzo infarcito di dissonanze metalliche di Fragile (pessime, però, le parti vocali).
Si tratta di momenti sufficientemente interessanti, dicevo, ma pur sempre momenti, fatti occasionali, frammenti, che non possono perciò far dimenticare i problemi di cui soffrono i pezzi e dunque giustificare in alcun modo un giudizio positivo sull’opera nel suo complesso. Alla fine del disco, insomma, la sensazione che se ne ricava è che la band sia ancora immatura e che abbia bisogno ancora di un po’ di tempo per mettere a fuoco il proprio percorso musicale e per sganciarsi dalle proprie influenze, decisamente ancora troppo evidenti.
Voto: 4
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