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Comunico che sono già disponibili i due nuovi libri di Zero in Condotta.
Saluti libertari
Massimo
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AFGHANISTAN SENZA PACE
CRONACHE DI GUERRA 2001-2006
di Marco Rossi , pag 150, 8 euro.
Per cercare di capire la guerra in Afghanistan è necessario intraprendere
un lungo e scomodo viaggio attraverso secoli, montagne, frontiere e campi
di papaveri.
Solitamente, tutto viene fatto risalire all’11 settembre 2001, data
feticcio per l’inizio di quella guerra al terrorismo, contro la cui logica
milioni di persone si erano mobilitate “senza se e senza ma”. Ma accettare
tale punto di partenza significa già aver scelto una ricostruzione senza
memoria.
D’altra parte, nessun governo vuole ammettere che, dopo cinque anni
dall’inizio della missione “Enduring Freedom”, questa terra non ha ancora
conosciuto pace e chi aveva cinicamente puntato sulla roulette della guerra
per poter realizzare i propri affari ha visto naufragare i suoi calcoli.
L’ambiguità democratica si rivela persino nel linguaggio: nessuno si
riferisce alla guerriglia o alle rivolte popolari in quanto tali,
preferendo usare espressioni quali terroristi e criminali, identiche a
quelle usate dalla propaganda sovietica durante l’occupazione
dell’Afghanistan degli anni Ottanta.
Da qui la necessità di opporsi alla disinformazione, quale primo passo per
opporsi a questa guerra in cui l’Italia resta coinvolta e arruolata.
Il libro articolato in vari capitoli:
– Antefatti
– La guerra dopo la guerra
– Una guerra stupefacente
– Crimini di guerra
– Italiani a Kabul
ha il merito di offrire il materiale necessario per un’opposizione sempre
più cosciente e determinata e si propone come testo di sostegno alle
mobilitazioni in atto.
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LA GIOVENTU’ ANARCHICA
NEGLI ANNI DELLE CONTESTAZIONI (1965-1969)
di Franco Schirone, pag. 320, 15 euro.
Uno dei pochi testi che affronta organicamente la storia della Federazione
Giovanile Anarchica Italiana, organizzazione che si sviluppa e agisce dalle
prime contestazioni giovanili degli anni 1965-67, fino alla vigilia del 12
dicembre 1969.
Ricostruendo il periodo e ripercorrendo le tappe fondamentali di questa
esperienza, si svela, al contempo, l’ormai troppo dimenticato mondo
giovanile che negli anni della contestazione, con le sue variegate
sfaccettature, irrompe prepotentemente – e da protagonista – sulla scena
della società italiana, relazionandosi col più ampio mondo della
contestazione globale: movimento beat, Provos e, in generale, tutta la
componente della gioventù in fermento, dai media genericamente definita
“capelloni”.
Con la raccolta e l’analisi della documentazione prodotta tra il 1965 e il
1969, per lo più fogli ciclostilati ormai rari, e l’intervista a chi ha
vissuto quell’esperienza è la Gioventù Anarchica stessa a raccontare di sé
ponendo in chiara evidenza un momento decisivo per la ripresa delle teorie
e delle pratiche libertarie, sottolineando un’esperienza che ha
rappresentato anche l’inizio di un nuovo corso dell’anarchismo.
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