Chester Brown ‘Louis Riel’

Di Francesca Viscioni

francescaviscioni@hotmail.com

Louis Riel…Molti di voi si staranno chiedendo: “chissaràmmailouisriel”…Vedo aureole di punti interrogativi albeggiare sulle vostre teste cespose. Le vedo, le vedo…
E infatti…chi è?
Chiediamolo al buon vecchio Chester Brown…Come “chi è Chester Brown?”?…
CB è il più-che-quarantenne, il più-che-stempiato, il pluriapprezzato autore di fumetti montrealino (?); CB”è uno dei più importanti esponenti del rinascimento del fumetto alternativo degli anni ottanta, nonché uno dei più innovativi autori operanti nell’ambito del fumetto autobiografico” (leggo e copio parola-parola dal risvolto di copertina).
Il buon vecchio Chester ha dedicato ben sei anni e molti bulbi piliferi del proprio cuoio capelluto allo studio delle follieroiche gesta del suddetto personaggio. E ad un anno dalla nascita, il suo figlioccio di carta ed inchiostro è stato accolto a tipografie aperte dall’accoppiata editoriale CoconinoPress/BlackVelvet, ricevendo attente ed amorevoli cure grafiche.
Il romanzo-biografia, ascrivibile al genere storico, prende il via in Inghilterra nel 1829 e si chiude in territorio canadese nel 1885 con la morte tragica di Riel (d’altronde la copertina con immaginetta in stile tondino tombale non prometteva nulla di allegro).
Per far rientrare il tutto in 241 pagine, l’autore, per sua stessa ammissione, distorce e semplifica le vicende narrate, focalizzate in gran parte sull’antagonismo tra Riel, capo dell’organizzazione dei métis, ed il governo canadese.
Si assiste alla parabola umana di un personaggio complesso che racchiude in sé tanto l’uomo istruito, l’oratore carismatico, il condottiero, quanto l’uomo bloccato dalla paura, l’invasato preda di crisi mistiche, il profeta del nuovo mondo in missione per conto di Dio.
Il ritmo incalzante e la sapiente tessitura narrativa agguantano e trascinano il lettore attraverso trame politiche, rese/fallimenti, scintille di violenza gratuita, strategie di guerra, angoscia e solitudine.
Molto belle le sequenze dei combattimenti, da leggersi con gli occhi al galoppo, e toccante l’inquadratura che si allarga sul protagonista in fuga sotto la pioggia, così come l’inquadratura fissa sulla porta della cella del manicomio, bucata dalle braccia impotenti di Riel e dal silenzio sospeso.
Un libro intenso, buttateci un po’ di attenzione se vi capita.

Voto 7
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CoconinoPress