Musiche Per Il 21° Secolo Volume 2

Rubrica Di Musica Classica Contemporanea dii Filippo Focosi

filippofocosi@libero.it

Luciano Berio ‘Voci’

Una delle tante sfaccettature della personalità composita di Luciano Berio è stato il forte interesse per le musiche extra-colte, musiche che egli ha cercato in diversi suoi lavori di fondere con la musica colta di tradizione classica, seguendo l’utopia (già prospettata da Bartok) di creare un linguaggio musicale universale. Rispetto a Bela Bartok, però, Berio utilizza i materiali sonori popolari (nel nostro caso si tratta di canti siciliani) in maniera più libera, essendo egli meno interessato del suo predecessore alla trascrizione e all’utilizzo dei ritmi e delle strutture della musica popolare. Così in Voci (1984, viola e orchestra) e in Naturale (1985, nastro magnetico, viola e percussioni) i canti e i lamenti pre-registrati (presenti nel cd anche nella versione originale) costituiscono sia lo spunto melodico dal quale Berio parte per le proprie fantasiose peripezie creative, per i propri liberi voli musicali (impreziositi in Voci dalla ricchezza dell’orchestrazione), sia l’approdo al quale i suddetti voli fanno infine ritorno, evitando in tal modo la dispersione (e la conseguente confusione nella mente dell’ascoltatore: effetto, questo, che altrove il compositore italiano, come altri colleghi della sua generazione, non riesce ad evitare) della trama compositiva.

Voto: 10/10

www.ecmrecords.com

 

Graham Fitkin ‘Works’

Graham Fitkin, classe 1963, è uno dei compositori più interessanti nel panorama musicale britannico contemporaneo. I suoi brani sono costruiti a partire da “blocchi” di materiale eterogeneo (spesso di ispirazione extra-colta: jazz, funk, disco, etc.), i quali dapprima vengono separatamente esposti e sviluppati attraverso una serie di procedure che spaziano dalla polifonia barocca alle strutture ripetitive del minimalismo, dopodiché sono fatti scontrare e intersecare l’uno con l’altro, dando così vita ad un intreccio musicale che secondo il compositore inglese per certi aspetti è vicino allo stile di Stravinsky (ma è avvertibile anche l’influsso di Louis Andriessen, uno dei suoi maestri). Ciò che ne risulta è una scrittura che coniuga brillantemente il rigore formale-architettonico della struttura con la freschezza e la dinamicità del contenuto musicale – che, come si è detto, si ispira sovente a contesti popolari o jazzistici, dei quali vengono riprese anche le sonorità esuberanti ed aggressive.

Voto:10/10

www.decca.com

 

Kremerata Baltica ‘Kremerland’ 

Kremerland è una felice oasi – musicale, ma in un certo senso anche reale, se si considera il nesso che intercorre tra arte e vita – creata da Gidon Kremer insieme alla sua orchestra d’archi Kremerata Baltica. I cittadini di Kremerland non rinnegano il loro passato, poiché lo sentono ancora molto vicino a loro (Franz List, Apres una lecture de Dante); talvolta ci giocano, ma sempre con rispetto e ammirazione (Leonid Chizhik, Fantasy variations on a theme by Mozart). Il gioco è infatti una delle attività principali a Kremerland, tra scherzi telefonici (Alexander Bakshi, The Unanswered Call) e numeri circensi (I. Dunayevsky, Circus). Gli abitanti di Kremerland amano molto anche la danza, ma la praticano in modi alquanto bizzarri: essi ballano un rag sospeso e rarefatto (Giya Kancheli, Rag-Gidon-Time) o si misurano con un improbabile tango dodecafonico (Alexander Vustin, Tango Hommage) Verso sera, poi, si godono il tramonto facendo una lunga passeggiata tra amici (Georgs Pelecis, Meeting with a friend). Non c’è che dire: questo è davvero un bel modo di vivere la musica, guardando al futuro senza dimenticare il passato.

Voto:10/10

www.deutschegrammophon.com/Kremerland