The Music Liberation Front Sveden ”Though I Wasn’t Doing Much I Felt More Satisfied With My General Situation Than I Should Have Been’

(Saasfee /Karma 2004)

La simpatia è una dote sempre ben accetta e questi la suscitano ancora prima di infilare il CD nel lettore. Azzeccato ed ironico il nome del gruppo, strepitoso e divertente il titolo dell’album, bella e misteriosa la copertina con le sue tinte violacee (peccato, possiedo solo uno squallido sample masterizzato). Poche le informazioni reperibili sul gruppo, di cui sa solo che questo è il primo album e che nelle sue fila militano numerosi musicisti le cui identità sono mantenute ben nascoste dall’utilizzo di demenziali pseudonimi da supereroi/supercriminali (altro punto a favore della simpatia) tipo Aon Flux, Son Of Piru, Captain Carpet, Slaughter Joe, etc. Vi risparmio i titoli dei brani ma Had A Good Life But Had Just About Enough Of It rende l’idea. L’album inizia con il fare minaccioso dell’intro Still Ambra, quasi un’estratto da uno dei vecchi dischi dei Current 93 in versione sulfurea, ma si tratta solo di un divertissement perchè qui di atmosfere scure o pesanti non c’è proprio traccia trattandosi di un disco divertente, fresco e saporito, che sicuramente farà muovere più di qualche culo (consigliatissimo per salvare le sorti di qualche festicciola prossima al coma). L’insistenza ritmica del krautrock (i NEU! sono un’influenza dichiarata) avvolta nell’elettronica psichedelica, spesso animata da quelle spinte propulsive in crescendo continuo verso il cielo tipiche dell’ Aphex Twin più giocoso con in più quell’atmosfera da festa dance in acido. Brani quasi completamente strumentali, che sfilano uno dietro l’altro con una grazia e leggerezza mica da poco e creano quest’incredibile luna park sonoro, in cui ti sembra di scorrazzare allegro con tanto di stupido zucchero filato in mano. Pochi i momenti di stanca e il disco vola via in un attimo, aiutato da composizioni dalla presa quasi sempre immediata in cui c’è sempre quel giro di synth, quel ritmo in levare, quell’effetto da videogame Atari che ti maciulla il cervello anche a distanza di tempo (si ascoltino in particolare Inner Space, Your Me, Idiots, And Other Stories), ma che all’occorrenza sanno anche rallentare e formare delle isole chill-out quasi ambient (Collage, Boiler Room, Hiss), per poi tornare ad infierire feroci e martellanti (Teenage Punk Sluts). Un disco divertente e divertito, un missile multicolore sparato dritto, dritto contro la tristezza e la noia.

Voto: 8

Link correlati:Karma