The Empty Foxhole

“THE EMPTY FOXHOLE”

autore:Ornette Coleman                                                                                               

etichetta: Blue Note

anno di pubblicazione: 1966

con: Ornette Coleman, Charlie Haden, Ornette Denardo Coleman.

La maggioranza delle persone associa il nome di Ornette Coleman al disco Free Jazz. Ma vogliamo veramente ridurre l’importanza di quest’uomo a quello che, diciamolo chiaramente, è un manifesto politico? Vogliamo ignorare che è un sassofonista sublime e un grande autore di melodie? Non sto al gioco e, fatto il dovuto inchino a This Is Our Music (con dentro quella meraviglia che è Beauty Is A Rare Thing), mi fiondo su The Empty Foxole. Cos’ha di particolare questo disco che non viene mai menzionato fra i suoi capolavori? Innanzi tutto è il primo album di studio in cui suona anche il violino e la tromba, due strumenti maneggiati con tecnica quantomeno approssimativa, e, in secondo luogo, la guerra alla conservazione trascende in questa occasione sia l’aspetto strutturale della musica che l’utilizzo degli strumenti per andare a coinvolgere il motore stesso di ogni forma espressiva, cioè l’uomo. “Ladies and Gentlemen, alla batteria mio figlio Ornette Denardo di soli 10 anni”, avrei voluto essere presente al primo concerto del trio per vedere la reazione del compassato pubblico jazz di fronte a quella che, chiaramente, è un’ulteriore picconata a una concezione che pone le capacità tecniche al posto d’onore. The Empty Foxole è un disco naif e appassionante nel quale c’è spazio per le aspre dissonanze di Freeway Express e Sound Gravitation come per il dolce clima di Faithful, per il giocoso nervosismo di Zig Zag e Good Old Days come per le tormentate atmosfere di The Empty Foxhole; John Zorn, quando vent’anni dopo renderà il dovuto tributo al maestro, terrà conto di tutto ciò e, nel suo acclamato Spy Vs. Spy, selezionerà ben due di questi brani, ridando così luce e credito a un’opera inspiegabilmente sottovalutata.