(Navona 2020)
Quello che l’ottimo sassofonista Dave Camwell compie in questo Cd della Navona Records è un avvincente viaggio nella musica classica occidentale, a partire dalle riletture di pagine di Bach, Vivaldi, Handel: nella versione qui proposta per sassofono/i e pianoforte, le architetture formali, la vivacità ritmica e l’eleganza melodica delle loro creazioni si stagliano in tutto la loro purezza e incisività. Dal Barocco si passa direttamente al Novecento, con un sensuale, ammaliante brano del francese Charles Koechlin, e soprattutto con la sonata per sax alto e pianoforte del compositore polacco-americano Robert Muczynsky: un brano (del 1971) in due movimenti – tanto introspettivo l’uno quanto estroverso il secondo – in cui emerge una vena melodica assolutamente personale, una scritture affilata, di grande concentrazione espressiva, e un’energia ritmica che si avvale di accenti irregolari provenienti dal jazz. Ampio spazio è dedicato al contemporaneo, con l’esecuzione di tre opere assai diverse tra loro, seppur accomunate dall’essere saldamente ancorate al linguaggio tonale. Se il concerto per sax tenore e orchestra di fiati a firma di David Deboor Canfield è uno scoperto omaggio a Mendelssohn – talmente scoperto da oscillare tra post- e pre-moderno -, nel brano scritto da John Rommerein il sax di Camwell improvvisa intorno all’inno intonato dal coro della Troy University, in una maniera non dissimile da quanto a suo tempo fatto da Jan Garbarek nelle pioneristiche collaborazioni con l’Hilliard Ensemble. Chiude il Cd un altro concerto (Second Wind, per l’appunto), stavolta per sassofono alto, flauto e orchestra di fiati, in tre movimenti, scritto da Russell Peterson, in cui progressioni ritmiche di ascendenza post-minimalista si sposano con grande finezza ed efficacia comunicativa a una costruzione a pannelli contrastanti, che non soffocano tuttavia l’emergere di significativi incisi tematici.
Voto: 7
Filippo Focosi