Neil Young & Crazy Horse ‘World Record’

(Reprise 2022)

Con Nils Lofgren che sembra abbia sostituito definitivamente Frank “Poncho” Sampedro, andato in pensione, Neil Young ha dato un nuovo slancio al cavallo pazzo, con il quale ha ripreso a collaborare con il precedente “Barn”, anche se in mezzo c’è stata la pubblicazione di “Toast”, un disco del 2001 rimasto nel cassetto e che si è deciso a riesumarlo alcuni mesi fa.
Per “World Record”, il vecchio hippie si è recato a Malibù, a casa di Rick Rubin, per farsi produrre e registrare il disco da questo guru del rock. Rubin, che ha sempre avuto un profondo rispetto per questo tipo di personaggi, ricordatevi la grande opera che ha fatto con Johnny Cash, ha lasciato che il canadese si esprimesse liberamente, ponendo particolare attenzione ad alcune sbavature, che se in alcuni casi le ha limate, in altre le ha esaltate.
Chiaramente da un rocker di 77 anni non ci si può aspettare un disco innovativo, ma che fornisca le sicurezze ed è quello che ha fatto! Che si tratti del rock-blues con chitarre fragorose di Break The Chain, non distante da quello espresso in “Broken Arrow” o delle scorrevoli ballate di Love Earth e The Old Planet (Changing Days) o del country melodico, che evoca i suoi inizi di Overhead e che evoca un’ambientazione da saloon. Se in Walkin’ On The Road (To The Future) si esprime in modo caldo e accogliente, con Chevrolet si lascia andare ad una delle sue classiche e chilometriche ballatone.
Un altro disco per dirci che non molla e che è vivo e che lotta insieme a noi.

Voto: 7,5/10

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