Intervista con l’illustratore Lorenzo Bartolucci

Da tempo seguo Lorenzo Bartolucci, artigiano, illustratore, creatore di divertenti personaggi di carta che suscitano immediata e incondizionata simpatia a prima vista. Varie volte ci siamo incrociati in collaborazioni con l’Associazione Culturale Ratatà, di cui Lorenzo è uno dei fondatori, per alcuni eventi legati al Festival omonimo, che si sono svolti al Csa Sisma di Macerata negli anni passati. Necessitavo di un approfondimento, attraverso le mie consuete quattro chiacchiere digitali. Detto fatto e scritto, Lorenzo subito ha accettato e risposto. A voi la lettura:

Quali sono i tuoi “natali artigianali?”

Sempre usato le mani per dare forma a quello che immaginavo. E da quando sono andato ad abitare in campagna, in maniera molto naturale ho affiancato al mio percorso artistico la falegnameria, più o meno 15 anni fa. Questo poi dopo varie esperienze lavorative andate male è diventato il mio lavoro ufficiale.

Quali maestri ti hanno influenzato e continuano ad influenzarti?

Sono molto curioso e faccio tanta ricerca di immagini, compro tanti libri e cerco di vedere più mostre possibili, di tutti i tipi, arte, grafica, illustrazione, archeologia, storia in genere e credo che ognuna di queste cose in un modo o nell’altro confluiscano nel mio lavoro. Detto questo i maestri da cui mi sento più influenzato sono: Isidro Ferrer, Calder, Icinori, Sylavin Chomet, Paul Cox, Christoph Niemann, Enzo Mari, Bruno Munari, Guido Scarabottolo, Marion Bataille, Wes Anderson; inoltre da qualche anno mi sono appassionato alla grafica e all’illustrazione orientale, soprattutto coreana, che mi dà una valida alternativa all’immaginario occidentale.

Come scegli i soggetti da costruire, come ad esempio la gattara?

L’approccio è molto istintivo nel senso che non ho un progetto chiaro di quello che voglio fare. Quindi letto a posteriori probabilmente sono attratto da personaggi border-line dei quali sarei curioso di sapere le loro storie. Come appunto la gattara.

Come ti relazioni con i materiali che usi per i tuoi personaggi?

Anche qui è stato l’istinto a guidarmi. Per i primi personaggi creati mi è venuto spontaneo usare la carta e solo per passaggi più complessi, un po’ di filo di ferro.
L’idea era quella di realizzare un illustrazione 3D, quindi carta e colori. Con l’ultimo progetto invece ho sperimentato il legno che mi ha dato grande soddisfazione ma per certi versi è stato meno stimolante.
Mi spiego: la progettazione di questi personaggi è parte integrante del divertimento e usare la carta comporta una ricerca continua di soluzioni che con il legno, strutturalmente più portante, dai già per scontato.

Come è strutturata la tua giornata tipo quando crei i personaggi delle tue storie?

Mi sveglio presto, di solito nel weekend, e mi metto subito al lavoro davanti al mio tavolo/laboratorio. E mentre lavoro sento musica o documentari. E così fino al pomeriggio.

Cosa pensi dell’autoproduzione?

È un buon punto di partenza per chi come me non ha ancora avuto esperienze professionali in questo campo. Poi come da tutti i campi trovi cose buone e altre meno. Preso seriamente è in tutto e per tutto un lavoro, dove la parte promozionale e di distribuzione fa la differenza.
Nel 2016 ho realizzato un albo illustrato intitolato “RIFLESSIONI SEMISERIE SULLO SCOTCH DA IMBALLO”. È stato un progetto molto divertente da realizzare, in cui ho creduto molto, e che devo dire è andato molto bene, suscitando interesse anche da parte di addetti al lavoro a livello nazionale: scrittori, librai, editori, riviste.
Inoltre nel tempo ho realizzato, e continuo a farlo, anche poster in serigrafia a tiratura limitata.

 

E i festival indipendenti del fumetto e dell’illustrazione, come ad esempio Ratatà, che ti vede tra i deus ed machina dell’associazione e dell’organizzazione?

Mi piace tantissimo andare per Festival e sentire quell’energia che trovi solo in quelle situazioni.
Sono molto orgoglioso di quanto fatto in questi anni con i miei compagni di avventure e credo che questo festival sia stato qualcosa di unico anche a livello nazionale.

Come è stato risultare tra gli illlustratori vincitori del “Bologna Children’s Book Fair” del 2021?

E’ stata una bellissima emozione e soddisfazione. Anche perché questo per me continua ad essere passione alla quale dedico molto meno tempo di quello che vorrei, causa lavoro.

Li vedresti i tuoi personaggi per un film d’animazione in stop-motion?

Sarebbe bellissimo vederli muovere! Al momento la vedo una cosa molto complessa alla quale dovrei dedicare tanto tempo e a dire il vero conosco pochissimo il mondo dell’animazione se non come spettatore; sarei più orientato verso l’editoria, ma non precludo nessuna strada.

Progetti futuri?

Me devo fa pagà un lavoro da uno, je vado a spezzà i pollici!

 

Link:Lorenzo Bartolucci Instagram Profile