Gamin ‘Nong’

(Innova 2020)

Non sempre le intenzioni, seppur nobili, bastano per garantire la validità di un prodotto discografico o, più in generale, artistico. In questo straordinario Cd della Innova Recordings, tuttavia, le idee alla base del progetto – in primis, la volontà di creare una fusione multiculturale tra la musica tradizionale coreana e quella europea – prendono corpo in composizioni di grande ispirazione, che permettono alla solista, la musicista coreana Gamin Kang, di esprimere il suo straordinario virtuosismo. Gamin suona tre diversi strumenti ad ancia della tradizione coreana, caratterizzati da un suono che ha qualcosa dell’oboe, come pure dell’armonica a bocca, ma che possiede un timbro comunque assolutamente peculiare. Gamin riesce a sprigionare una potenza, un’energia e una flessibilità straordinarie; qualità esaltate da compagni di viaggio di primissimo livello, come Ethel Quartet, Michael Bridge, Ned Rothenberg, Satoshi Takeishi. Già dalle primissime note della prima composizione del Cd, a firma di Theodore Wiprud, si percepisce qualcosa di magico, che prende forma – anzi, forme: le più disparate, le più diverse, eppure in qualche modo legate tra loro, specie nella ricchezza delle invenzioni ritmiche e timbriche – in un dialogo fittissimo tra gli strumenti suonati da gamin e altri della tradizione occidentale (archi, fisarmonica, sassofoni, ecc.), che vede l’alternarsi di momenti lirici a episodi di travolgente violenza espressiva. Una variabilità emotiva che ritroviamo nelle altre composizioni, dove affiorano anche riferimenti alla musica folk coreana come pure, in altri casi, al blues, sempre coerentemente legati in narrazioni fantasiose, che nel brano di Anna Pidgorna prendono spunto dagli uccelli del paradiso e dai loro rituali di corteggiamento. E nei tre conclusivi Jungmori Blues gamin si rivela anche capace di spericolate improvvisazione free-jazz, insieme al sax di Rothenberg e alla batteria di Takeishi. Un multiculturalismo di sostanza e non di facciata, dunque, che rivela un approccio nuovo, inedito e coinvolgente – meglio: trascinante – all’incontro tra stili, suoni, tradizioni, mondi musicali.

Voto: 8,5

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