X ‘Alphabetland’

(Fat Possum/Goodfellas 2020)

Sono dischi come questo che ti fanno fare pace con il mondo, anche se stai vivendo le restrizioni dovute alla pandemia. Dopo quarant’anni quella X brucia ancora. Si, brucia ancora dell’ardore punk dei vent’anni, tanto da far sembrare che il tempo si sia fermato.
A 35 anni da quando la formazione originale (Exene Cervenka, John Doe, Billy Zoom e DJ Bonebrake) si chiuse in studio per incidere “Ain’t love grand”, il quartetto californiano fa pieno centro.
Gli undici brani in scaletta scorrono che è una meraviglia, tanto è vero che giunti all’ultima traccia è difficile non ricominciare da capo.
Il disco si apre con la title-track, fermamente ancorata al punk settantasettino, con Free la girnta prevale sul punk’n’roll serrato e aperto, prima che con Water wine gli X vogliano omaggiare le New York Dolls.
Se con Strange life gli X corrono lungo la route 66, fino a scontrasi frontalmente con il furgone delle L7, con Delta 88 nightmare travolgono tutto con un hardcore compresso, che anticipa le circolarità della tirata Star chambered. Angel on the road ha un intrigante retrogusto di cuntry-punk e con Cyrano deBergers back omaggiano lo Springsteen funkeggiante degli esordi, giusto prima della serratissima Goodbye year goodbye.
Il disco si conclude con il jazz spoken word di All the time in the world.
Sarà l’età, sarà che hanno già detto tutto, ma in questo disco si respira soltanto libertà e voglia di fare ciò che più piace!

Voto: 9

Vittorio Lannutti

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