Haerim Elizabeth Lee ‘My Time Is Now’

(Innova 2019)

Probabilmente, se George Gershwin non fosse prematuramente scomparso nel 1937 a soli 39 anni, il corso della musica del XX secolo avrebbe conosciuto nuovi importanti capitoli. Cionondimeno, il lascito del compositore americano di origine russa è stato di così grande portata che ancora oggi risulta attuale. Gershwin scriveva musica per il suo tempo, “contemporanea” nell’accezione letterale del termine: di qui l’incorporazione di armonie e ritmi del jazz, all’interno ora di songs che lo stesso jazz avrebbe inserito tra i suoi standard, ora in pagine di più ampio respiro formale. Entrambi le tipologie di opere sono presenti in questa bellissima raccolta che vede protagonista la violinista Haerim Elizabeth Lee, accompagnata dal pianista Alex Brown. I due giovani musicisti interpretano composizioni strumentali come i Three Preludes, il celeberrimo poema sinfonico American in Paris, svariate songs (da Summertime a My Man’s Gone Now), più alcuni brani meno eseguiti (come Violin Piece o Tempo di Blues). Molte di queste pagine furono arrangiate da Jascha Heifetz, il quale (come ci ricorda Mark Clague nel saggio contenuto nel bellissimo booklet del CD, ricco di contributi scritti e fotografici) aveva chiesto all’amico Gershwin di scrivere per lui un concerto per violino. La lettura che il duo ci offre di questo ricco repertorio è assolutamente magnifica: Lee e Brown swingano a meraviglia, esaltano le melodie immortali del grande George, si abbandono agli irresistibili ritmi sincopati, ne restituiscono la contagiosa gioia di vivere, e si ritagliano alcuni spazi per improvvisare con gusto e bravura, senza mai scalfire l’equilibrio dell’insieme al quale Gershwin teneva molto. Un mix di esuberanza e romanticismo che resterà una delle cifre distintive del linguaggio gershwiniano, che ancora oggi suona moderno anche grazie a interpretazioni originali e ispirate come quello qui offerte da Lee e Brown. Il duo ci regala anche l’esecuzione di brani di autori a noi più vicini, vale a dire Harlin, Daugherty, Bolcom, Zwilich, i quali mostrano una volta di più quanto la lezione di Gershwin sia rimasta viva e feconda; il suo tempo è anche il nostro.

Voto: 10

Filippo Focosi

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