Joe Lovano ‘Trio Tapestry’

(ECM/Ducale 2019)

Elegante, sofisticato, ricercato e mai banale, ma al contempo non puramente intellettuale ma in molti momenti graffiante e passionale: così, in sintesi, si potrebbe definire ‘Trio Tapestry’, ultima fatica discografica del leggendario sassofonista jazz Joe Lovano pubblicata dall’etichetta ECM. In ‘Trio Tapestry’ Lovano – che ricordiamo in molte prove discografiche di altissimo livello, nel corso dei decenni, accanto ad altri giganti del jazz contemporaneo come, fra gli altri, John Scofield, Jack DeJohnette, Dave Douglas, Enrico Rava, John Abercrombie, Jim Hall, Greg Osby, Peter Erksine, Marc Johnson, Steve Kuhn, Steve Swallow – suona sax tenore, tarogato e gong, ed è affiancato da partner musicali brillanti come Marilyn Crispell al pianoforte e Carmen Castaldi alla batteria e alle percussioni. ‘Trio Tapestry’ si offre all’ascoltatore come un viaggio musicale sinuoso, sensuale, affascinante, spesso minimale (dato l’organico ridotto) ma altresì ricco e variegato (data la capacità dei tre musicisti di ricavare il massimo risultato espressivo anche dal minimo dettaglio o frammento musicale), perlopiù giocato su una poetica dell’assottigliamento, del trattenimento e del contenimento ma non di rado capace di sorprendere il fruitore con squarci di espressività efficaci e anche potenti alla cui forza ammaliatrice e accattivante risulta impossibile sottrarsi. Un viaggio musicale, quello di ‘Trio Tapestry’, che si snoda attraverso undici tracce di diseguale lunghezza ma tutte di pari bellezza e intensità, interamente composte da Lovano. In definitiva, una prova discografica di grande maturità che, proprio in virtù del suo elevato livello musicale e del suo carattere sofisticato e in qualche episodio tendente all’ermetismo, può richiedere diversi ascolti prima che il fruitore entri in piena sintonia con la poetica di Lovano, Crispell e Castaldi e si stabilisca quindi il giusto ‘mood’ per un ascolto adeguato, ma che a quel punto mantiene tutto ciò che promette e non delude nessuna delle aspettative che l’ascoltatore aveva riposto nel disco.

Voto: 10

Stefano Marino

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