Kuzu ‘Hiljasuus’

(Aerophonic 2019)

Dopo aver lavorato separatamente con il chitarrista Tashi Dorji e con il batterista Tyler Damon il sassofonista di Chicago Dave Rempis forma ora con loro un trio in cui può continuare a portare avanti la sua ricerca musicale. Improvvisazione, rock, jazz d’avanguardia, sprazzi di noise, sperimentazione sono gli ingredienti di questo disco, formato da due tracce:
Fontanelles 1 & 2 (pezzo lungo mezzora e assai vario) e il più breve (ma si tratta comunque di più di 14 minuti) Gash. Pur intitolandosi ‘Hiljasuus’, che significa silenzio in Finlandese, di silenzio se ne ascolta molto poco in questo disco. A parte un inizio astratto e titubante, che porta gradualmente al suono e al’interazione, il tono generale è quello dell’energia virulenta e impetuosa che possiamo trovare in molti dei lavori di Rempis. Forse nella prima traccia si esagera anche un po’ però e a convincere maggiormente sono i momenti, in cui l’aggressività si addolcisce, l’asprezza si ammorbidisce, la durezza si rilassa, relativamente s’intende: allora emerge il suono della batteria e le corde metalliche della chitarra vengono in primo piano per fare poi di nuovo da trampolino per l’estro, i virtuosismi e l’aggressività esasperata e urlata del sax. Più convincente è la seconda traccia. Qui si arriva all’esasperazione in maniera più graduale, il sax gorgoglia profondi e impressionanti rigurgiti, prima di esplodere con la consueta violenza; ma prima di arrivare all’apice dell’energia ci vogliono circa sette minuti di sondaggi esplorativi e anche questo apice conduce presto a una situazione più interessante, in cui la tensione cede il passo ai lamenti di un animale ferito che lentamente si acquieta, piange e invece di morire apre le porte a una scena diversa, in cui l’interplay si fa più intenso e il groove diventa più incisivo, per lasciare il finale alla solitudine della batteria.

Voto: 7

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Alessandro Bertinetto