Tony Buck ‘Unearth’

(Room40 2017)

Prima uscita solista per il batterista del trio exp/jazz
australiano The Necks.
Che in “Unearth”, stratifica elementi ritmici etno/organici
in surreali, cigolanti masse in loop, manifesta interesse per
notturne asprezze chitarristiche (da soundtrack berlinese ruggine e
detriti), sibila, borbotta, sbuffa e si addensa di minimalismi synth
in taglio Faust e dosati insert di field recordings (vocali dal mondo per lo
più). Mescola stridore e rapimento, sibili di feedback e
grattugie New York oltre il tramonto, astrazioni raga, sublime
approccio materico e apparecchia una parte finale, che pare una
fanfara Arkestra dada in tiro elettroacustico.
Qualcuno che strepita incomprensibile a distanza, un lento arcaico ballo pietra contro pietra. Fra i migliori dell’anno in chiusura.

Voto: 8

Marco Carcasi

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