Obsolete Capitalism Sound System ‘Chaos sive Natura. Electric Tree and Electronic Rhizome’

(Noncopyriot 2017)

In linea di massima esistono due modi, alternativi, di coniugare musica e filosofia: o ricomprendere la prima nella seconda, facendone un oggetto di studio (è il caso della ‘filosofia della musica’), o lasciare che la teoria innervi la prassi compositiva, fino a che non venga alla luce una ‘musica filosofica’. Quest’ultimo percorso è ben esemplificato dal recente lavoro di Obsolete Capitalism Sound System, collettivo particolarmente interessante e prolifico tanto sul piano artistico quanto su quello teorico. I riferimenti filosofici sono molti, a partire dal titolo del progetto, ‘Chaos sive Natura’: come scrive il collettivo nel saggio che accompagna il disco (il lavoro è pensato per essere pubblicato in diversi formati, sfruttando diversi media), «si tratta di una parafrasi nietzscheana dell’espressione di Spinoza, Deus sive Natura». Il Chaos si affaccia nel continuo divenire del suono: l’operazione infatti consiste nella ripresa di materiale musicale del terzetto jazz Electric Tree (Franco D’Andrea, piano; Luca Roccatagliati, elettronica; Andrea Ayassot, sax), prelevato dalla registrazione di un live tenutosi nel 2015 nel Teatro Asioli di Correggio. Il sound del trio, a cavallo tra be-bop, suggestioni orientali e breakbeat, viene riplasmato dal mixer del collettivo, profondamente influenzato dalla lezione dei maestri giamaicani del dub. Il risultato è sorprendente, equilibrato, ed evita tanto il rischio del trito “remix” quanto l’arbitrio della sperimentazione gratuita. Nove tracce, nove percorsi in cui l’“albero elettrico” diventa, per usare un termine del filosofo Gilles Deleuze – altro importante punto di riferimento teorico – un “rizoma”, in cui la struttura gerarchica compositiva (per la verità già messa in discussione nel lavoro del trio) viene piegata a un’opera di disseminazione, in cui non è possibile riconosce un unico centro. Ma a fronte della ricchezza di pensiero, rimane la musica: linee di basso ipnotiche, percussività non didascalica ma espressiva, e la ricchezza dei temi provenienti dal trio.

Voto: 9

Stefano Oliva

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