The Dwarfs Of East Agouza ‘Bes’

(Nawa Recordings 2016)

Ci arriviamo tardi tardissimo, colpa mia lo ammetto.
L’ho sentito talmente tanto, senza accorgermi del tempo che scorreva.
Mi son quasi dimenticato di parlarne di “Bes”, sarà
forse perché alcuni dei passaggi che lo compongono, mi son entrati quasi sottopelle? Un debut album micidiale, quello
organizzato dal trio composto da Maurice Louca (Alif, Bikya), Sam Shalabi (Land Of Kush, Shalabi Effect) e Alan Bishop (Sun City Girls, The
Invible Hands
, Alvarius B. e cofondatore della Sublime Frequencies).
Figlio della vita in comune trascorsa nello stesso condominio al Cairo nel
quartiere Agouza nel 2012, figlio di interminabili jam session
notturne. Incrocio stordente di visioni tastieristiche minimal
kraut, chitarre libere pregne di jazz e terra ed implacabili loop
percussivi nordafricani. Tre giorni di studio ed ecco pronto “Bes”.
Lisergia di sabbia e visioni multicolori, che ti staccano i piedi da terra in un ballo irrefrenabile, gioioso, primordiale e scintillante.
Accecati dal sole, le braccia protese in alto verso il cielo, vien da mugulare bovini a tratti (o a me viene). Liquide contorsioni per il coppino, che si trasmettono
incontrollate ad arti che s’agitano come gelatina priva di ossa.
Il suono di passi fra sabbia e pietra, il suono di un tempo positivo che
scaccia il male. Poco ve ne fregherà a voi, ma nella
colonna sonora del mio recente matrimonio pagano, i Dwarfs Of East
Agouza
, c’erano. Ti accende tramonti, fuochi e vento dentro. Detto questo, detto tutto.

Voto: 8

Marco Carcasi

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