Schrödinger’s Cat ‘Schrödinger’s Cat’


(Aut Records 2014)

Il disco vuole presentarsi come paradossale, a partire dal titolo. Così come il gatto di Schrödinger è vivo e morto allo stesso tempo, allo stesso modo il disco è… Ecco, il problema è che non si capisce bene in che senso dovrebbe funzionare l’annunciato paradosso. Forse l’idea è che una musica completamente improvvisata una volta registrata non è più ciò che dovrebbe essere? Ma, come recita la copertina, questa musica è stata improvvisata in studio (a Preganziol, TV, nel 2012) precisamente per essere immediatamente registrata “without overdubs or edits” e fatta ascoltare in playback. “Quindi affermare quello che avrei voluto poter affermare e cioè che “una musica così è una cosa dal vivo, un’altra su disco” non avrebbe molto senso, perché il live qui non è il live partecipato di un concerto, ma la semplice presa diretta di uno studio di registrazione. Certo, a tratti il disco è piacevole, quando si percepisce una qualche alternanza di tensione e rilassamento, qualche insistito crescendo e nei casi in cui la guida è lasciata al suadente interplay tra le percussioni (che a volte richiamano sonorità indiane) e il clarinetto basso. Però forse le atmosfere sonore generate dal trio composto da Paolo Brusò, Riccardo Marogna e Niccolò Romanin risultano a volte un po’ troppo trite e ritrite, un po’ troppo già sentite, un po’ “lente” e francamente un po’ noiose. L’intento è sperimentale, ma, paradossalmente o meno, si poteva sperimentare di più o meglio, lavorando magari un po’ più a fondo sulle melodie (ad esempio). E il contributo della chitarra è troppo scarno.

Voto: 4

Alessandro Bertinetto

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