Peter Van Zandt Lane ‘Hackpolitik’


(Innova Recordings 2014)

Peter Van Zandt Lane, classe ’85, presenta per Innova un’opera di impegno, eseguita dal gruppo di Boston Juventas New Music Ensemble.
Il nome del disco è rivelatore: come dicono le note di copertina, la musica vuole essere “un’investigazione di come ci avviciniamo alla politica attraverso la tecnologia”. Sembra quasi di ascoltare musica “a programma”; in realtà è una musica per balletto, ma il solo ascolto, senza coreografia, restituisce bene il senso complessivo della musica. Così, il souk cibernetico globale dei social, di wikileaks, delle azioni di hackeraggio è manifestato in musica: lì non abbiamo criteri di vero o falso, identità personale o di genere; qui i codici musicali si mischiano tra serio e faceto, tra colta e pop. I titoli dei pezzi sviluppano la narrazione: si va dal tradimento di Sabu del gruppo LulzSec, al lamento di Laurelai di Anonymous.
La musica è sempre efficace e perfino gradevole: si sentono frammenti di elettronica, linguaggi improvvisati vicini alla free, stilemi di musica colta post-seriale e minimalista. Ma tutto sommato è un potpourri che non ha nulla di clamorosamente rivelatore, come tutto ciò che hanno spifferato gli hacker finora.

Voto: 6

Gianni Zen

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