Maurizio Abate ‘A way to nowhere’

(Boring Machines/Black Sweat Records 2014)

Attivo dagli inizi dello scorso decennio per aver collaborato con numerosi artisti del giro underground italiano ed internanzionale, tra i quali Kawabata Makoto (Acid Mother Temple), Ale de Zan (In Zaire), Rella the Woodcutter, per questo disco ha deciso di fare tutto da solo.
Si è rifugiato per qualche giorno in montagna nell’inverno del 2013, dove nella sua valigia ha portato un po’ di strumenti a corda e qualche droga, così tra passeggiate e momenti di benessere artificiale ha composto questi sei brani.
Si tratta di un disco totalmente psichedelico, con brani lunghi nei quali Abate miscela diverse influenze, tra le quali il kraut, la musica tradizionale, e alla base di tutto c’è sempre il blues.
Vengono alternati momenti dilatati, ad altri più vibranti, quando non liquidi e aperti, in alcuni frangenti Abate riesce a creare atmosfere avvolgenti, mentre in altri lunghissimi momenti circolari in crescendo.
Se partite per questo viaggio, è meglio che vi compriate il biglietto di ritorno prima della partenza.

Voto: 7

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