Shyrec Records

Quattro chiacchiere digitali con il team della Shyrec Records

 

 

 

 

 

 

 

Di Marco Paolucci

uccio12@hotmail.com

24/01/2011 Oramai Quattro Chiacchiere Digitali è diventato un appuntamento fisso da queste parti. Questa volta le domande le abbiamo rivolte ai fautori, e in particolare a Stefano Doro – come noterete durante l’intervista – della Shyrec Records, giovane label italiana che produce, riportiamo: “band pop rock dal carattere distintamente indie, la cui musica sia in qualche maniera evocativa all’ascoltatore.”

1) Quali sono le origini dell’etichetta? Come è nata l’idea? Quali ispirazioni ci sono state? A quali modelli, se ci sono stati, si è fatto riferimento?                                                                                           Shyrec è stata fondata nel 2004 da un gruppo di amici con una passione comune, la musica ovviamente. Avevamo tutti notato le potenzialità di una giovane band emergente di Bologna e iniziammo a seguirne le attività live. Prendendo confidenza con i musicisti ci si rese conto che avrebbero voluto stampare un disco ma erano poveri in canna. Ci chiedemmo: come si produce un disco? Come si supporta una band? Come si promuovono le attività degli artisti? Nella primavera del 2005 abbiamo pubblicato “Happy Birthday, Eveline!!!”, che fu sold out in 3 mesi.

2) Come scegliete le produzioni?                                                                 Noi sposiamo prima le persone, e di conseguenza le idee. Non mi stanco di ripeterlo alle band che ci approcciano. E’ essenziale che la loro musica ci colpisca, che abbia il loro “perché” ovvio, che il progetto sia sostenibile e in linea con la fenomenologia della label!!! Ma prima di tutto devono essere le persone a convincerci perché è con queste dopo si deve condividere un’esperienza di vita che può rivelarsi unica. Per noi è essenzialmente passione, quindi siamo attratti dalle persone passionali.

3) Come scegliete i gruppi?

(sostanzialmente ho già risposto alla precedente)

4) Come sono i rapporti con i musicisti?

Rispondo a questa domanda in prima persona, non me ne vogliano male i miei soci: io odio i musicisti ed il loro ego spropositato e capriccioso finché non riescono ad emozionarmi. E questo riesce puntualmente sempre, e quindi perdono tutto, da bravo amante cotto ed innamorato.

Per riassumere: a volte è difficile, ma ci vogliamo tanto bene.

5)  Cosa pensate delle coproduzioni?

Le coproduzioni possono essere una ottima opportunità per condividere lavoro e rischi al fronte di un notevole scambio di informazioni e know out, nonché – cosa per noi essenziale – una bellissima occasione di arricchimento umano e culturale. Per le band protagoniste di queste operazioni,  le coproduzioni  possono essere un’esperienza importantissima per crescere sotto l’aspetto della visibilità se tutti i protagonisti hanno qualcosa da “mettere” nell’impresa oltre che alla parte finanziaria.

6)  Quali pensate siano state, analizzando questo primo spaccato di uscite, le produzioni migliori targate Shyrec Records? Quali le peggiori?

La produzione migliore è sempre quella che deve essere ancora fatta, a mio vedere. Quindi “Karmasoda” dei “GuruBanana” che sarà disponibile il 24 gennaio sarà sicuramente la nostra migliore produzione fino al 14 marzo, data d’uscita di “Fortune is always hiding” degli “Zabrisky”.

Ci sono dischi che sono stati sfortunati, ma i dischi possono anche non piacere, rimanere incompresi, e successivamente riscoperti. In questo caso sono più sfortunate le band che firmano questi dischi, più che la label, poiché vivono sulla loro pelle la frustrazione causata dalla pessima sensazione di aver gettato via tempo, energie, opportunità.

7)  Con chi ti è piaciuto collaborare?

I “Wora Wora Washington” sono sicuramente la band con cui ho avuto un rapporto di collaborazione più stretto negli ultimi due anni. Con tutto quello che ne consegue, nel bene e nel male. Assieme a Marco, Matteo e Giorgio ho condiviso cose bellissime e molto brutte, crescendo molto umanamente e professionalmente. E per questo sarò loro sempre grato. Sono inoltre orgoglioso di collaborare/ aver collaborato con Onga di Boring Machines, una delle persone più brillanti che io conosco nonostante  produca dischi compresi solamente oltre le Alpi.

8)  Con chi vorresti collaborare?

Se intendi come “mission impossibile”, vorrei collaborare con Karin Dreijer Andersson, magari con i Fuck Buttons in veste di produttori…

9) Come vedi la scena musicale italiana?

Che se ne dica, io sono convinto che in Italia la musica è più che viva, la situazione è grave, i locali chiudono, non ci sono soldi, ma le band sono vive.

E chi afferma il contrario dovrebbe avere a volte il coraggio di provare ad  affrontare l’ascolto di cose nuove, anche se questo comporta il rischio che possano non piacere.

10) Come vedi la scena live italiana?

Purtroppo negli ultimi due anni, per i motivi che tutti conosciamo e viviamo, sono venuti a mancare diversi palchi, e quelli ancora esistenti non se la passano molto bene. A questo punto poi il discorso dovrebbe virare verso il problema “cover band” e quindi correndo il rischio di ripetermi, invio questo messaggio per tutti i promoter, tenutari di palchi, proprietari di “bettole”, birrerie, pub, club ricordando che sono loro quelli che hanno il diritto/dovere di dare “giuste indicazioni”, nella speranza che qualcosa possa cambiare. La musica poi comunque necessita dell’essere ascoltata, ma non intendo affrontare qui la questione di un ascolto che è diventato bulimico, compulsivo, isterico, maniacale e che paradossalmente ha allontanato la gente dai live “indipendenti” confinando la musica solo in tv e nel web…

10)  Progetti futuri?

A parte i due dischi di prossima uscita ormai schedulati, ovvero “Karmasoda” dei GuruBanana e “Fortune is always hiding” degli Zabrisky, ci stiamo organizzando per  produrre un paio di dischetti nuovi entro la fine dell’anno. Ovviamente teniamo nel mirino anche un paio di giovani band molto promettenti. Nel frattempo facciamo quello che ci riesce meglio ovvero cercare di vivere serenamente.