Skinshout ‘Caribbean Songs’


(Improvvisatore Involontario 2010)

Conosciamo molto bene i protagonisti di questo lavoro, Francesco Cusa e Gaia Mattiuzzi, per aver avuto il piacere e l’onore di ascoltarli al Terminal di Macerata qualche tempo fa con il progetto ‘Satiek’ (con loro era il pianista Giorgio Pacorig). Skinshout, che vede l’infaticabile batterista e la straordinaria vocalist coadiuvati dal percussionista Dario Defilippo, è un progetto molto diverso: è ricerca di suoni ancestrali, persi nelle memorie millenarie e forse ancora recuperabili a brandelli nelle radici primigenie di tutti i popoli della Terra. È d’obbligo scomodare Alan Lomax, che vi si erge a nume tutelare d’ufficio, ma attenzione a giudicare con superficialità questo splendido disco. Se vi fermaste (orrore!) a queste mie poche note introduttive potreste essere sfiorati dalla malaugurata impressione del ‘già-visto-già-sentito’. Neanche per sogno. Anzi, il sogno c’è. Sono le impenetrabili ed impalpabili songlines universali a guidarci per mano in questo percorso onirico eppure così reale. Non pensate alle tante trite riproposizioni di suoni simil-tribali, panetnici, furbetti ed inutili, che hanno tormentato per anni le nostre povere orecchie. E neanche ad un approccio etnomusicologico che risulterebbe –ancora- ostico ai tanti non adepti. Qui c’è suono, tempo, ricordo, cuore, anima, gusto. Francesco Cusa è una miniera di ritmo umana, a volte sembra avere quattro braccia, Gaia Mattiuzzi ha doti vocali rare ed appassionate, che ci comunicano con immediatezza la sua stessa gioia di cantare. La voce e le percussioni si aiutano, lottano, si dibattono vitalmente e si contorcono di febbrile e fragorosa energia; ci sollevano e ci immergono a capofitto fino a farci toccare quelle famose ‘radici’, talmente in profondità da farci scoprire che appartengono a tutti noi, indipendentemente da razza e colore. Un rituale apotropaico che è al contempo arcaico e contemporaneo, che ci fa sentire purificati dalla lordura che ci assale ormai quotidianamente. Un grande disco, ascoltatelo. Altrimenti non saprete mai chi siete.

Voto: 9

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Autore: belgravius@inwind.it