Gianni Lenoci / Gianni Mimmo ‘Reciprocal Uncles’

(Amirani / Long Song Records 2010)

Severità, rigore, tradizione, calore.
Qualità.
Potrebbe
terminar ora, questa recensione.
Senz’altro da aggiungere.
Un
piano (Gianni Lenoci), un sax soprano (Gianni Mimmo).
Che
s’incontrano, si cercano, si trovano e si avvinghiano.
Nella
descrizione di un panorama, composto da superbe esecuzioni, di
ricerca, di passione, di rispetto per le radici.
Debussy,
Feldman, Cage, l’abbraccio ispido del jazz, da Lol
Coxhill
ad Ayler, fra le pieghe e nei silenzi, il calore
della terra, il blues.
Questo c’è.
Terra, ricordi e
ricerca; sogni.
Musica complessa, che non cede all’erosione
banalizzante, dell’ascolto frettoloso.
Che dal tempo, ascolto dopo
ascolto, trae la sua forza, il suo diritto all’esistenza
caparbia.
Complesso mix, di genio e resistenza.
Una speranza,
indicazione benevola, per un futuro migliore (strappato a forza,
intensamente voluto. “Reciprocal Uncles”, è storia
di ordinaria quotidianità, intrisa di fatica e gioia. Gioia,
ricordate cosa vuol dire?).
Intensa fiammata, nel buio
circostante.
Il coraggio di artisti del genere, è qualcosa
su cui riflettere a lungo.
Migliora le prestazioni cardiache
dell’anima.
L’ascolto, questione d’obbligo, sul limitar d’una
combattiva, emozione riconoscente.

Voto: 8

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