Bodyhammer ‘The Origins Of Bodyhammer’

(Improvvisatore Involontario 2009)

Con quest’episodio si conclude la ‘Trilogia Nera’ di Improvvisatore Involontario. Dopo questa stazione il viaggio del collettivo proseguirà con itinerari sempre nuovi. Bodyhammer è un trio che vede all’opera Emiliano Cinquerrui e Carlo Natoli all’elettronica e Francesco Cusa alla batteria. L’originalità della formazione, davvero insolita, conferma la regola dell’imprevedibilità del collettivo II, capace di produzioni estremamente diverse tra loro eppure legate da un filo conduttore comune: l’uso dell’elettronica, non meccanica e ciclica ma fattasi elemento ‘umano’, si unisce in questo caso al drumming ‘fisico’ creando atmosfere sinistre ed ambienti sonori rischiosi, tortuosi ed impervi, che riescono nella missione quasi impossibile di mettere d’accordo gli estimatori dell’improvvisazione strumentale ‘tradizionale’ con i sempre più numerosi esponenti del popolo del cosiddetto ‘impro-noise’ dalla forte accezione sintetico-elettronica. Fortemente evocativo e rumoristico, con scansioni ritmiche a tratti più regolari, il disco non vuole assolutamente essere un “prodotto facile”. Giammai. L’intenzione del trio non è quella di legarsi all’improvvisazione elettronica furbetta e stereotipata. Ogni uscita di II ci appare come il risultato di un processo di ricerca, e Bodyhammer non tradisce le attese. È difficile descrivere a parole quello che questi suoni evocano: l’ideale è tuffarsi a capofitto nei gorghi degli otto brani dell’album, Jeyo’s, Heavymetal, Broken Bitz, Lux@inferi.um, The Almighty Piano, The Almighty Pianist, Los Ferdinand Angeles, Resident Lively. È un’esperienza sonora devastante, cerebrale e fisica come suggeriscono le forti immagini di copertina. Ancora un colpo andato a segno, gente. L’Improvvisatore Involontario c’è, e la sua corsa è ormai lanciata. Provate a prenderlo se vi riesce, vi consigliamo di provarci.

Voto: 8

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Autore: belgravius@inwind.it