Giardini di Mirò Live

@ Circolo Degli Artisti – Roma, 13 Maggio 2010

 

 

 

 

Di Damiano Gerli

anticsuperstar@hotmail.com

Ci erano venuti a trovare da poco i Giardini di Mirò, sempre al Circolo degli Artisti e, vista la decisione di replicare la visita per il loro “Altro Tour”, l’occasione è stata di quelle da non lasciarsi scappare. La band stavolta è venuta accompagnata da Jonathan Clancy, conosciuto ai più come membro dei Settlefish, ma stavolta in veste di ‘spalla’ con quattro pezzi in gran parte proveniente dalla sua proposta solista His Clancyness. Momenti interessanti, buone melodie, ma il tutto finisce presto e non rimane poi molto da poter apprezzare.
Subito dopo sale il gruppo di Cavriago, messa in scena semplice ed efficace: un proiettore con immagini oniriche sdoppiate e quadruplicate e per il resto solo musica. E su quest’ultima, i nostri dimostrano fin dalle prime note di aver saputo rinnovare molto efficacemente la loro veste live. Si parte con una sezione dedicata ad alcuni pezzi strumentali che richiamano quelli già ascoltati su ‘Il Fuoco’ del 2009, il coinvolgimento c’è fin da subito, è innegabile. Lo spazio di pochi minuti, e il gruppo si lancia in pezzi ben più classici come Pet Life Saver che sembrano acquistare nuova linfa vitale; anche con dei minimi dettagli in più, il gruppo emiliano riesce a rendere l’esperienza completamente rinnovata.
Scegliendo pezzi da tutta la loro discografia, Rise and Fall of Academic Drifting, Dividing Opinions e Punk… not Diet!, i Giardini di Mirò hanno messo giù una performance energetica e allo stesso tempo carica di emozioni, lasciando niente al caso. Jonathan Clancy ritorna diverse volte sul palco a coadiuvare il gruppo in diverse canzoni, come The Swinging Season, così come già fatto nell’ultimo album. Poi la musica sembra arrestarsi, l’atmosfera si fa più tetra, drone quasi spettrali escono dagli amplificatori, un suono dalle viscere della terra che si trasforma… ed esplode in una performance stellare di A New Start (For Swinging Shoes), concludendo con un vero e proprio finale al vetriolo, infiammato e trascinante.
Il gruppo da lì esce, rientrando dopo una manciata di secondi per un encore più introspettivo, tra cui non è mancato un sentito pensiero e un pezzo dedicato alla Liberazione. Poi se ne vanno via contenti, eccitati per alcune date in Spagna che andranno a fare di lì a pochi giorni. Li vediamo andar via sorridenti e soddisfatti, esattamente come noi, e ci piace pensare di aver partecipato a qualcosa di speciale.