PJ Harvey, John Parish ‘A Woman A Man Walked By’


(Island 2009)

Polly Jean Harvey, una delle più importanti figure dell’indie rock anni ’90, ed il produttore-musicista John Parish ritornano, dopo “Dance Hall at Louse Point” (1996), a scrivere e registrare un album assieme. La frequentazione tra i due non è cosa recente. I nostri si conoscono infatti dalla prima metà degli anni ’80, quando Parish guidava gli oscuri Automatic Dlamini e la Harvey, poco più che adolescente, faceva irruzione sul palco dove si esibivano per suonare il sax, la chitarra o contribuire ai cori. Nonostante il successo che nel frattempo la songwriter nativa di Yeovil, Inghilterra, comincia ad accumulare, i due non si perdono di vista, tanto che Parish, nel ’95, viene chiamato a produrre uno degli album-capolavoro della Harvey, “To Bring You My Love”. L’anno successivo, i due compongono e registrano assieme il già citato “Dance Hall at Louse Point” e nel 2007 Parish ritorna dietro la consolle per contribuire alla realizzazione dell’ottimo “White Chalk”.
Ed ora, rieccoli di nuovo assieme per questo “A Woman A Man Walked By” che, diciamo subito, si tratta di uno dei dischi migliori tra quelli sin qui ascoltati del 2009. Un album estremamente eterogeneo nei suoni, terribilmente intelligente ed assolutamente imprevedibile nella scrittura. Insomma, uno dei quei dischi che ti sorprendono traccia dopo traccia, stupendoti per come pezzi dalla struttura certo non banale riescano a scorrere così agevolmente, senza annoiare mai.
Ad aprire il CD, l’anthemica Black Hearted Love, seguita da Sixteen, Fifteen, Fourteen, sorta di mantra isterico caratterizzato da sonorità orientaleggianti che rimandano agli Zeppelin più folk. Leaving California, una ballata semi-acustica che rimanda chiaramente alle atmosfere “vittoriane” di “White Chalk” e Chair, con la sua ritmica irregolare ed il cantato dilatato, fanno da preludio ad uno dei capolavori dell’album, la magnifica April, un ballata dominata da un fraseggio lento di organo su cui poggia la magnifica interpretazione vocale della della Harvey, mai così intrisa di fragilità.
A Woman A Man Walked By/The Crow Knows Where All The Little Children Go è un’altra delle vette del disco, contesta tra una una prima metà all’insegna di un indie-rock isterico in crescendo (con testo recitato della Harvey) ed una seconda caratterizzata da uno strumentale psichedelico dall’andamento ossessivo, con pianoforte e percussioni a farla da padrone ed una chiusa elettronica. The Soldier è un’altra bellissima ballad acustica, cui fa seguito Pig Will Not, un rock incendiario dalle reminiscenze grunge, impreziosito dalla spettacolare performance vocale della Harvey e con basso e batteria che, sul finale, cedono la ribalta al piano. Le conclusive Passionless, Pointless e Cracks In The Canvas rallentano il ritmo, all’insegna di atmosfere malinconiche (la prima) se non addirittura eteree (la seconda).
PJ Harvey, John Parish, “A Woman A Man Walked By”: da avere assolutamente.

Voto: 8

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