sBach ‘sBach’


(Suicide Squeeze 2009)

Non contento delle sue partecipazioni a band di tutto rispetto quali gli Hella (come chitarrista) e i The Advantage (come batterista) il folletto Spencer Seim dà vita ad un progetto tutto suo cui affibbia il nome di sBach.

Un disco interamente strumentale, in bilico tra math-core e elettronica a 16 bit senza una preciso filo logico (le tracce non hanno nemmeno un nome), con un’alternanza dei due aspetti che fatica a fondersi in un unicum veramente coeso e solido, ma che anzi tende a rimanere come un ammasso di mini-composizioni un po’ fini a sé stesse.

Tuttavia non mancano le intuizioni accattivanti: i riffoni possenti della traccia 1 convogliati in un marasma vibrante ma tutt’altro che caotico richiamano certi passaggi dei Battles; i deliri da consolle Nintendo della traccia 2 si innestano in un discorso musicale che cerca la melodia e la decostruisce senza annullarla; la traccia 3 prova a fondere l’elettronica a bassa fedeltà all’hardcore; la traccia 5 si lancia su un ritmo dance per poi trasfigurarsi in un singolare tripudio heavy di synth analogici; il suono pieno della traccia 8 è quasi trionfale nella sua maestosità.

Ma alla lunga il giochino risulta pesantuccio e manieristico e finisce per intaccare quanto di buono fatto intravedere. Ma forse il disco è da considerare più come una valvola di sfogo, un divertissement che Seim si concede per esplorare strade nuove.

Voto: 6

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