Gamelan Son of Lion ‘Sonogram’

(Innova 2008)

Vi è, negli Stati Uniti, una vera e propria tradizione di musica per gamelan. Ciò che ha affascinato, e continua tuttora ad attrarre, un cospicuo numero di compositori, che vanno da John Cage e Lou Harrison a Michael Tenzer e Evan Zyporin, non è una pura questione esotica. Certo, una parte del fascino sta nella particolare miscela timbrica che il gamelan − vale a dire l’orchestra di percussioni di origine indonesiana particolarmente diffusa nelle isole di Giava, Bali, Madura e Lombok, con la sua combinazione di metallofoni, xilofoni, tamburi e gong, talvolta arricchita dalla presenza di flauti di bambù, strumenti a corde e voce − indubbiamente possiede. Ma tale combinazione sonora raggiunge la sua massima efficacia proprio attraverso lo stile che i compositori citati hanno ravvisato nella tradizione indonesiana. Tale stile si basa fondamentalmente sulla sovrapposizione e sulla concatenazione di pattern melodici e ritmici, i quali intrecciandosi creano un patchwork musicale trasparente ma intricato, spesso ricco di passaggi poliritmici alternati ad altri più lineari e di estatica bellezza. Ora, i Gamelan Son of Lion si muovono su questa duplice linea, quella tradizionale-indonesiana e quella dei compositori che ne hanno tratto ispirazione fondendola con le loro personali intenzioni artistiche, e in un certo senso ne rappresentano la sintesi compiuta. I Gamelan Son of Lion sono infatti un gruppo di compositori e musicisti neworkesi che eseguono le loro stesse composizioni scritte per questo particolare organico. Nel far ciò, ciascuno mantiene la propria personale cifra poetica, e ciò determina la ricchezza dei brani contenuti nel doppio cd − i quali vanno dalle atmosfere meditative di Miguel Frasconi a quelle metropolitane di Laura Liben, dalle magnifiche composizioni canore di Lisa Karrer alla geniale rapsodia in stile Brahmsiano-klezmeriano per clarinetto di Daniel Goode. Allo stesso tempo, però, vi è una tale simbiosi e unità di intenti, che si manifesta anche nel fatto che ciascun compositore è anche performer delle proprie composizioni e di quelle dei suoi colleghi, e che fa sì che lo spirito originario della musica indonesiana per gamelan − una musica che, nel suo incedere graduale, nel suo intrecciare motivi senza che nessuno prevalga sull’altro, nell’annullare una gerarchia senza con ciò passare al disordine ma anzi creando dal suo interno, organicamente, una struttura unitaria, nella sua capacità di trasportarci fuori dalla realtà e assorbirci completamente in essa − venga qui restituito nella sua vera e profonda dimensione.

Voto: 10

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