Daniele Brusaschetto e Benny Braaten ‘Db9’

(Afe Records 2008)

Nel 2004, Benny Braaten si ritrova ospite per alcuni giorni
nell’appartamento torinese di Daniele Brusaschetto (grazie ad
un tour nel nostro paese di Origami Galaktika la creatura di
Braaten).
Naturale effettuare delle registrazioni.
Brusaschetto
dietro ai cursori a tener a bada i livelli, Braaaten che armeggia,
alternandosi, fra sezioni di basso in disfacimento e field recordings
strapazzati da pedali ed effetti.
Brusaschetto congela l’attimo
osserva e riflette sul da farsi.
Parecchio tempo dopo, riprende in
mano il materiale in questione, e lo manipola e martella
bellamente.
Ne vien fuori questo “Db9”.
Albo
atipico, dove Brusaschetto accantona la sua vena
cantautoriale/disastrata, e si dedica ad emulsionar fra loro, queste
ampie distese, ambient/noise/isolazioniste.
Territori conosciuti
per il buon Daniele, pane quotidiano per Braaten.
Ovvio e
conseguenziale, che il lavoro in questione, tenda ad esser inserito,
in un contesto industrial/sperimentale.
Senza (tutto sommato…),
infierire più di tanto, sulle orecchie sfrante del povero
ascoltatore.
Sequenze cupe, feedback barcollanti, reiterazioni
pulsanti, voci ed infiltrazioni del mondo esterno.
Fra Pan
Sonic
incattiviti, e brancolamenti Voice Crack, ostico,
ipnotico e non letale.
Logico che, chi si appassiona alle vicende
soliste del Brusaschetto pop,
qualche intoppo lo potrà anche trovare nell’ascolto, ma è
l’altra faccia del Brusa quella
che emerge.
Quella fatta di scudisciate noise, di pensiero
negativo, di ambient industriale apparentemente immobile, che ti
svuota la mente e riempie il corpo di una strana energia.
Gli
estimatori di Braaten, qualche problema in meno lo avranno di
sicuro.
Simpatico e riuscito connubio sibilante.
Ma non per
tutti, un ascolto prima dell’acquisto vi eviterà di maledirmi
e maledirli.

Voto: 7

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