Nicoletta Corsalini ‘I Solchi Dei Giorni’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Cristina Contilli

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Nicoletta Corsalini, “I solchi dei giorni”, Signa, Masso delle Fate Edizioni, 2002, euro 7,70, pp. 112.

Nicoletta Corsalini è nata a Bonefro (CB), ma vive a Prato. Ideatrice e socia fondatrice assieme ad un gruppo di amici e poeti, nonché presidente dell’Associazione Culturale Pratese “Il Castello” dal 1996. Ha pubblicato due raccolte di poesie: “Fiore di loto” (1999, Pietro Chegai Editore, FI) e “I solchi dei giorni” (2002, Masso delle Fate Edizioni, Signa). Sue liriche, sono inserite nel catalogo dello scultore Antonio Bruno, dando luogo a una simbiosi tra parole e figure scultoree. Testi poetici sono presenti su riviste letterarie e antologie. E’ presente anche nella “Storia della letteratura italiana del XX secolo” curata da G. Nocentini, nell’ “Antologia sulla poesia d’amore al femminile” a cura di Cristina Contilli e “Scritture femminili in Toscana” a cura di Ernestina Pellegrini. Ha conseguito diversi riconoscimenti in concorsi letterari nazionali ed internazionali tra cui il “Premio artistico per la cultura: Noi… artisti di questa terra” VII edizione, 2003, Comune di Montorio nei Frentani (CB). Collabora con la rivista “Punto di Vista” e dirige la collana di poesia “Crisalide” per la casa editrice Masso delle Fate di Signa.

Nella raccolta I solchi dei giorni l’autrice racconta i suoi rapporti con le persone più care (il fratello, la madre, gli amici), ma descrive anche il senso di meraviglia e di disincanto di fronte alle contraddizioni della vita.

Disincanto è queta inermità…

Disincanto è questa inermità,
colti da nebbie felici eventi
nel novembre dell’anima sonnecchiano,
e lei, adagiata su soporosi effluvi
mesce le ultime opportunità
in calici di non adeguata sapienza,
femminile da rabbrividire
nello stringere i pugni e calpestarsi,
sinuosa recide le chiome a cieli
lasciando spiazzi di bianco
dove prima si affollava l’azzurro
e lei, malata di confuso vissuto
ti lascia distendere amorfi pensieri
sul solidificarsi di mostri invisibili.

dalla raccolta “I solchi dei giorni”