(Karate Joe / Payola Music Tasks/Baked Goods 2005)
Il debutto di Takuma Itoi si inserisce nel clima post-Aphex Twin che da un po’ di anni stiamo vivendo. Le idee glitch di un’elettronica fredda ma nel contempo intima (e per questo calda), basata su un fare in piccolo, vengono rielaborate in modo fresco da questo artista giapponese che raccoglie e mescola il phase-shifting di Steve Reich con un’attitudine peculiarmente nippo-zen.
L’elettronica del nostro è fatta di pezzi con un estetica cut-and-paste mirata alla coesività dei singoli pezzi, che si sviluppano in maniera progressiva: da una certa staticità ambient a un complessivo divisionismo in slow-motion. I riferimenti più contemporanei potrebbero essere i Matmos o inevitambilmente i Boards of Canada.
L’intero album pur se costruito con elettronica pura, riesce a dare l’impressione all’orecchio di una quiete (come ricordato dal titolo) che non stanca e che non è mai fine a se stessa. Insomma un microcosmo che vive di energia propria, coinvolgendo l’ascoltatore in un viaggio pieno di suoni ‘ostinati’ che si completano e rifluiscono con continuità l’uno nell’altro. Musica per stati di (non) agitazione.
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Voto: 7
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