Max Bunker, Magnus, Leone Cimpellin ‘Maxmagnus’

Il Sovrano Che Regna Ancora.

Maxmagnus nasce sulle pagine del mensile Eureka, nel lontano 1968, sceneggiato da Max Bunker (Luciano Secchi) e disegnato da Magnus (Roberto Raviola). Ottenne parimenti lodi e critiche, si discusse molto su questo fumetto che arrivò a ricevere, anche, il prestigioso premio Dattero d’Oro al Salone dell’Umorismo di Bordighera. Dopo una versione a libro cartonato, che raccoglieva tutte le tavole pubblicate dal ’68 fino il ’70, e una edizione economica fu nei primi anni ‘80, rivisto e aggiornato per proporlo come periodico popolare in versione albo.
Le favole, come ben si sa, non sono del tutto rassicuranti, infarcite come sono di streghe, mostri, e malvagità varie, tutte cose da far rabbrividire i lettori. Ed è proprio dentro ad una di queste favoleggianti visione che muove i suoi passi Maxmagnus, un fumetto divertentissimo proprio perché esasperato nella sua visione pessimistica del mondo, società tradotta in un grottesco Medioevo.
Sovrano di un esiguo stato medievale, Maxmagnus si presenta come un Re dall’aria pacioccona. In realtà in questo fumetto, dall’umorismo nero, anzi nerissimo, nel quale i sentimenti e l’onestà si possono ritenere cose assai rare, vi si trovano protagonisti Maxmagnus, un re disonesto, farabutto e senza cuore, e il suo Amministratore Fiduciario perfido, infido e sleale, entrambi piazzati nel loro maniero e circondati da un misera plebaglia, sudditi zotici, abietti e ignoranti, schiacciati dal peso delle tasse e tributi, torchiati da imposte tra le più inconcepibili e assurde, e privato anche del poco di cui dispone. In questo regno da operetta, Maxmagnus, tanto rubicondo quanto cinico, è un despota assoluto che regna, con diritto di vita e di morte, su sui sudditi sicuro e spalleggiato dal fido Amministratore Fiduciario (caricatura dello stesso Magnus), furbo, avido e corrotto, al fianco del suo Re che è sempre pronto a ideare e suggerire il metodo migliore per spillar soldi ai poverissimi plebei, oberati come sono da sempre nuove tasse e, soprattutto, pronto ad approfittare di ogni piccola distrazione del suo Sovrano per sottrargli da sotto il naso ori e gioielli e tutto ciò che si trova a portata di mano.
Una copia indivisibile che continua a fare, allegramente, i propri interessi senza per questo risultare antipatici, anzi, è il popolo, lazzarone ed affamato, che suscita nel lettore quel senso di disappunto. In fondo, la si potrebbe definire quasi un’analisi, ben fatta, di quel marxismo che parlava dei rapporti di potere, della dinamica popolo-governo, in una visione dove il “sovrano” regna ancora.
Sono storie particolarissime che caratterizzano i personaggi, distorti da un umorismo cinico che li dona al lettore come espressione di una bieca passione umana e Cimpellin rappresenta il tutto con il suo stile grottesco e caricaturale che non ha eguali.
Il volume raccoglie le storie scritte da Bunker e disegnate, oltre che da Magnus, dal “maestro” Leone Cimpellin. Un autore versatile e produttivo che già con alle spalle una carriera invidiabile,  realizzò negli anni ’80, sui testi dello sceneggiatore Max Bunker, le matite di Maxmagnus, mentre sul mensile Eureka pubblicava Kid Barboun. Un autore abile nel cimentarsi nei vari generi, dal comico al realistico fino al grottesco e non era nuovo nel proporre una feroce satira sociale, come nel caso del simpatico e atipico personaggio real-grottesco Jonny Logan. In una intervista del periodo, l’autore stesso affermò: “Una gran voglia di tentare e una gran paura di non riuscire. Il genere grottesco mi è congeniale, ma rifare il verso a un Raviola penso sia sempre un’impresa da non prendersi a cuor leggero.”, dal quale si può ben comprendere come Cimpellin non sia solo un capace e versatile disegnatore, ma un uomo che, amando la vita e il suo prossimo, crede nell’uomo.
Per concludere, un appunto per gli interessati, la collezione completa, dal primo al sedicesimo numero di Maxmagnus, la si può trovare proposta tramite aste in Internet al prezzo di 150,00/200,00 euro.

51 – 09 settembre 2005 – I Classici del Fumetto di Repubblica Serie Oro
Maxmagnus C’era una volta un re (254 pp.)
Max Bunker, Magnus, Leone Cimpellin

Recensione a cura di Gianluca Umiliacchi

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