Diaframma ‘[volume 13]’

(SELF Distribuzione 2004)

Recensire un – nuovo – CD dei Diaframma è insieme facile e difficile, per un congruo numero di motivi. Potremmo iniziare parlando dell’integrità e allo stesso tempo del solipsismo del mondo musical-poetico di Federico Fiumani, della sua sete di verità e del suo egocentrismo, della sua onestà intellettuale e della sua impermeabilità verso tutto ciò che esuli dal suo microcosmo. Tuttavia, si farebbe torto a questo “[volume 13]” se ci soffermassimo troppo sulla storia del cantautore/gruppo fiorentino e non parlassimo appieno di queste undici tracce, che presentano – accanto ai soliti stilemi che fanno ormai parte del personaggio – anche alcune significative novità.
Innanzitutto i Diaframma odierni suonano coesi come un vero gruppo – sentiamo l’iniziale Il sogno degli anni ‘70 e diamo i giusti meriti alla chitarra di Edoardo Daidone, al basso del fedele Riccardo “Foggy” Biliotti e alla batteria di Daniele Trambusti, protagonisti anche della strumentale Music n.1 – e si avvalgono pure del contributo del Baustelle Fabrizio Massara, alle tastiere in tre brani (più riconoscibile in Elvis ed io, impalpabile in Lode ai tuoi amici, sobrio e malinconicamente evocativo nella conclusiva Day – off), di Emilio Sapia al pianoforte e di Francesco Guasconi a qualche coro; poi Fiumani è passato alla declamazione di veri e propri racconti brevi (in Fine di una relazione e nella già citata, splendida, Day – off). Infine, anche i brani più legati alla tradizione recente del/dei toscano/i – come i crudi e salaci ritratti (anti?)femminili Francesca, 1986, Luisa dice e Ai piedi di Silvia o i bozzetti regionali Questo tempo con me e Vaiano – sono corroborati dal contesto produttivo e strumentale ispirato che li ha elaborati (notevoli le parti chitarristiche di Fiumani e Daidone).
Certamente, chi non è adepto del Verbo entra con un poco di fatica nelle fotografie, nelle camere da letto, nei ristoranti, nei bar visitati da “[volume 13]” oppure – e penso al pubblico muliebre – certo non gode nel sentire certe stilettate; ma con un piccolo sforzo si può scoprire un mondo senza eguali nella canzone d’autore italiana (fidatevi, testi così pregnanti ed “umani” non li scrive nessuno nella penisola).

Voto: 8

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