Moksha ‘The Five Leafs Of Oblivion’

(Underhill 2003)

I Moksha sono catalani e dopo “Antaryamin” (sorry, mai coperto-nda) tornano con questo mini di 5 pezzi. Confezione apribile curatissima contenente un quarticello di musica, di quella brutale. Definire il suono della band è un gioco da pargoli: è lo stesso degli Zao di “Where Blood And Fire…” (mai troppo acclamati) anzi qua proprio tutto sembra ripreso dal famoso combo christian-core americano quindi faccio prima ad esporre le differenze con questi.
Sono due: i testi, che se là sono ispirati dall’amore per Cristo, qua descrivono scenari oscuri, disperati, tetri quasi infernali (“..the twinkle of the night lights the lost souls..”). La seconda è che nei Moksha l’influenza carcassiana è molto più marcata direi: ascoltate My Fault, c’è un giro palesemente plagiato da Corporal Jigsore Quandary. Nonostante la penuria di originalità, e un’eccessiva “frammentazione” nella struttura dei brani, l’album non è affatto male…e poi se avete già ascoltato tutti i lavori degli Zao…

PS quasi dimenticavo, produce la Underhill di Pamplona che insieme alla B-Core di Barcellona mi sembra la label iberica più attiva ed interessante per quel che concerne il campo hc.

Voto: 8

Link correlati:www.mokshaband.cjb.net