Mr. Dorgon

L’arte multiforme di Knauer Gordon svelata in questa breve intervista con in sottofondo l’ascolto dell’ultimo lavoro in compangia di Dj$Shot

                             

                           

                             MrDorgon/Dj Shot ‘MrDorgon Vs Dj$Shot’

                                             Jumbo recordings 2003

                                        www.mrdorgon.com

 

Dorgon è un pazzo sassofonista newyorkese che in un passato non troppo

remoto ci ha affascinato in maniera non indifferente con le sue sincere

intuizioni degne del più selvatico Ayler, di lui ci piaceva (e ci piace

ancora, sia detto) l’attitudine all’essere solitario e distante da qualsiasi tipo di

scena, quell’aria da eterno sognatore che però, quando vuole, tira dei formidabili

diretti centrando, quasi sempre, il bersaglio ed infine di lui ci piace, forse,

anche il fatto che non sia mai riuscito a monetizzare la sua notevole arte quando

merde di gallina ricevono applausi e molti, talvolta sprecati,  dindi sonanti.

Però l’insofferenza di Dorgon per le ipotetiche classificazioni non

conosce limite ed ecco quindi spiegata forse la ragion di essere di questo disco che

rivela la nuova passione manipolatoria del nostro, condivisa in egual modo dall’amico

Dj$Shot; il risultato per il momento ci sembra parziale ed il motore ci pare

ancora imballato ma non si può non sorridere di fronte all’approccio realmente

fuori tempo del nostro, ritmiche di una qualche dance alternativa anni

80 mutante, chitarre che sembrano provenire dal lontanissimo passato hardcore,

cazzeggi vari rumoristici, improbabili ritmi dub svolazzanti e sopra ogni cosa

una continua propensione per il grottesco che è forse la parte ancora

attiva del vecchio Dorgon.

Dire che in alcuni passaggi mi ha ricordato quegli altrettanto bruciati dei

Terminal Cheesecake  può voler dire qualcosa?

La quadratura del cerchio pare ancora lontana; per ora ci piace in quanto non

definito e parzialmente irrisolto ma poi?

***  (di stima)


 

Salve Krauer, in ogni suono uscito dal tuo sax si respira a pieni polmoni l’aria della tua città: New York. Suppongo vi si raggruppi una vasta cerchia di artisti….il tuo rapporto con questa città…positivo o negativo?

Si certo, NYC è un posto favoloso con una manciata di musicisti, artisti, gente creativa in genere.

Il tempo contro il $… penso sia molto difficile qui fare progetti su larga scala. La mia relazione con questa città è ambigua. Qui ho vissuto per parecchio tempo, in più la amo. Ma sto per trasferirmi a San Francisco, quindi vedremo.

Guardando la tua storia si scorge un passato di militanza in una formazione HcPunk, genere che al pari dell’improvvisata tiene d’occhio il luogo ‘strada’ nell’ispirarsi.

Mi piace il punk rock come l’hardcore…sono affascinato dal fare improvvisazione rumorosa. L’intuizione della strada nella musica va oltre ciò che conosci facendo fermare il tempo.

La jumbo, la tua etichetta, raccoglie tutti i tuoi lavori, nei quali compaiono diversi progetti a due. Preferisci instaurare un rapporto con una sola persona?

Mi piace interagire a due (almeno è una formula che ho adottato parecchio in passato). Devi essere responsabile altrimenti non c’è scappatoia.  E’ provato che trovare un gruppo di persone ‘affini’ a seguire il mio umore è molto difficile. L’unica caratteristica, la più importante, richiesta dalla mia musica è che deve piacerti.

Tra questi, compare la collaborazione con il contrabbassista William Parker. Potresti narrarci com’è stata l’esperienza di ‘duellare’  con lui?

Mr.Parker ha un grandissimo bel suono…lui non lo conosco molto bene. Viviamo nello stesso vicinato. L’ho chiamato, abbiamo provato una volta sola…la registrazione è avvenuta durante un’intera notte. Gli ho dato qualche $. Fu un immenso piacere…un musicista che spinge, con determinazione, la propria personalità in quello che fa….la sua ‘anima’ è kool.

Dal Jazz alla musica minimale dove in ‘IIII’ riempiva lo spazio con una composizione per quartetto d’archi. Mi parleresti di quel disco ed anche delle cantine fumose di Dorgon Y Su grupo?

Non è una distinzione molto importante. Suono il sax, ma non il jazz. Amo il modo in cui la musica si sente, amo i colori, i marroni, le medaglie arancioni, i fiori…l’Oceano.

Per ‘IIII’ mi sento di menzionare Giacinto Scelsi insieme alle musiche dei Buddisti Tibetani.

Dorgon Y Su Grupo; prima di questo disco ero in una band con la principessa Laura Cromwell che si chiamava Dim Sum Clip Job. Un sacco di idee su Jumbo sono venute fuori come una reazione all’avere rapporti stabili in musica e nelle performace. La Band di Y Su Grupo  è come l’86 % di DSCJ; abbiamo ripreso molto di quel materiale, ma in maniera frammentata.

Inoltre devo menzionare a riguardo: Ornette Coleman, Joe Maneri, Captain Beefheart + The Magic Band e Morton Feldman.

Mi dispiace elencare solo le persone che al momento mi vengono alla testa, ma devo dare a loro supporto per

le loro belle musiche innovative. Per me un sacco si ciò che ho fatto sin’ora è simile a James Brown.

 

Programmi prima di registrare, oppure è tutto improvvisato dall’inizio alla fine?

Tutto viene fuori da un idea: ogni volta che suono prendo spunto da un idea visuale o da qualcosa che ho scritto. Da qui il libro che ho fatto: ‘As If’ dove menziono il sostegno  intuitivo e contro intuitivo. Laura ed io improvvisavamo, per un lasso di tempo eravamo sulla stessa pagina….veramente telepatici. Alla fine era come se non improvvisassimo realmente.

Ti piacerebbe essere definito come un bilancia sospesa tra l’animo selvaggio di Ayler e, ascoltando l’ultimo progetto in compagnia di Dj$Shots, certo dub scuro familiare in Dj Spooky?

Albert Ayler è favoloso.  Dj$shot (pronunciato Moneyshot)…. mi piace la fisicità dei turntables; puoi avere tutti i suoni del mondo a tua disposizione…e puoi dire voglio John Boham qui e non avere qualcuno che provi a suonare come lui. Dj Spooky…beh qualsiasi persona può mettere i dischi ed essere fico…

Infatti l’ultimo lavoro contiene suoni, notevolmente, distanti da quelli che eravamo abituati a sentire.

Si abbastanza; in un certo senso è vero. Non c’è il sax vero e proprio, ma il modo in cui la musica viene fuori è lo stesso. La realtà è che è difficile trovare persone che suonino come su DORGONIX

Nel tuo nuovo sito ho visto presenti tuoi graffiti. Trovi riparo anche in altre forme espressive come quella visuale?

Certo, ho fatto ‘arte’. Principalmente lavori su carta per diversi anni. Ora, il fatto di dedicarmi solo alla musica rende le cose più chiare all’interno di una visione artistica globale (a livello d’immagine, di suoni, di sentimento…vibrazione).

Su Kathodik da poco è partita una rubrica in cui si parla di dischi che aiutano a sconfiggere la solitudine metropolitana….una tua lista quale segnerebbe?

Veramente la dance raggae è la cosa migliore

…poi anche i Motorhead-No Sleep To Hammersmith

Judas priest-Screaming For Vengance

zz-top-Eliminator

Slayer-Reign In Blood

All King Tubby + Morton Feldman

 

Marco Carcasi e Sergio Eletto

Ps: I dischi Jumbo sono in distribuzione presso la Fringes, oppure contattando direttamente l’artefice all’indirizzo mrdorgon@mrdorgon.com