Steve Kilbey ‘Remindlessness’


(Karmic Hit 2002)

Con la recente riedizione di “Remindlessness”, la preziosa Karmic Hit di Sydney, diretta da Russell Kilbey, dà il via alla pubblicazione in versione interamente rimasterizzata di tutta la passata produzione solista del fratello Steve, membro fondatore e tuttora leader dei Church, dopo aver prodotto il live “Acoustic and intimate” e “Dabble”, prime uscite del Nostro dopo un digiuno quasi decennale.

Originariamente pubblicato nel 1990 dalla Red Eye, “Remindlessness” rappresenta senza dubbio l’opera più ambiziosa di Kilbey, non solo per le dimensioni (a suo tempo venne pubblicato anche su vinile, quale monumentale doppio lp), ma anche, e soprattutto, per il funambolico viaggio psico-emotivo-musicale che al suo interno si compie.

L’elegante costruzione orchestrale di The Neverness Hoax, diffondendo una gentile e (almeno in apparenza) innocente melodia sparsa e austera, dà il via ad un percorso ondivago, a tratti tortuoso, e imprevedibile. Un viaggio tra sogno e allucinazione attraverso diciotto canzoni, lungo il quale pop, sperimentazione e lisergia si incrociano, incontrano e scontrano in universo sonoro in perenne e frenetica evoluzione, spaziando dall’inconscio al subconscio fino ad un’atterrita presa di coscienza del reale, da un passato remoto popolato da figure ispirate da mitologia greca e tradizioni religiose orientali (Goliath e The Amphibian), ad un presente definito da un incessante alternarsi di apparente tranquillità (Gloriana) e martellanti ossessioni (She Counts Up the Days, Pain in my Temples e Some Lysergic Africa) e un futuro descritto da visioni apocalittiche e inquietanti profezie (Random Pan, Music from Commercial for “Eternity Inc.”).

Talora Kilbey si lascia prendere la mano e le sue metafisiche escursioni soniche in altre dimensioni tendono alla prolissità (Liquid, Celebration Of The Birthday Of The Elephant God), ma non per questo l’album, per quanto incredibilmente articolato e denso di contenuti, presenta momenti in cui la tensione creativa viene meno.

Da non trascurare, infine, il fatto che questa riedizione di “Remindlessness” si fa apprezzare anche per aver restituito alla versione cd dell’opera anche due canzoni, le già citate Random Pan e Pain in my Temples, originariamente incluse esclusivamente nell’edizione su vinile e all’epoca rese disponibili su cd solamente quale parte nell’ora introvabile e.p. “No such thing”.

Voto: 8

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Autore: acrestani@telemar.it