Placebo ‘Black Market Music’


Ormai considerati fra i maggiori rappresentanti del pop triste del terzo millennio, i Placebo si preparano ad invadere ancora una volta le nostre orecchie con un nuovo album. Capitanati da Mr Brian Molko, il trio inglese ha prima rilasciato il singolo “Taste In Men”, accompagnato da un video stile telenovela maliziosa. Dopo il successo di ‘‘Without You I’m Nothing’’, sia fan che critica si aspettano un’altra buona prova da parte di Molko e compagni. Dalle numerose interviste rilasciate nei mesi precedenti all’uscita dell’album, si capiva che ‘‘Black Market Music’’ sarebbe stato un album molto rock e con meno pezzi lenti (e tristi) rispetto al passato. Ma sinceramente, questo non mi sembra sia avvenuto.
Al primo ascolto ‘‘Black Market’’ suona piuttosto monotono e poco innovativo, inoltre i vari riff (sia di chitarra che di pianoforte) vengono ripetuti moltissime volte (come in Passive Agressive) e tendono alla noia. Eppure dopo qualche dubbioso ascolto, ci si rende conto che il lavoro dietro questo album non è stato affatto poco. Quindi il tanto pubblicizzato “addio alla malinconia” non c’è stato, visto che i testi sono molto più tristi del passato, con numerosi riferimenti a droghe, perdita di fede e morte. C’è sicuramente qualche pezzo di rock tirato, ma rispetto agli altri album adesso gli arrangiamenti son pensati meglio e sembrano meno a caso.
Non si possono non citare le canzoni più belle come Peeping Tom dove Molko ci parla di un triste guardone e Narcoleptic dove l’amore non riesce a trovare un posto per crescere in pace.
A canzoni stile Placebo si uniscono inoltre esperimenti veramente gradevoli come Spite And Malice dove Molko duetta con il rapper Justin Warfield o Black Eyed dove i tre si divertono con l’elettronica. Insomma dopo averlo ascoltato numerose volte, non ho potuto far altro che promuovere questo album come un mezzo esperimento dei Placebo. I tre sono riusciti a fare ottima musica con pochissimo sforzo ma tanta passione, un passo in più per somigliare a mostri sacri del pop come il tanto osannato David Bowie e il vituperato Robert Smith.

Voto: 8

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