Intervista con Andrew Hales, curatore de La Fanzinothèque de Poitiers, Francia

Nuovo appuntamento dedicato alla scoperta, attraverso le interviste, di centri, associazioni, istituzioni presenti in Europa e in giro per il mondo, dedicati alla conservazione, allo studio, alla produzione e alla diffusione delle fanzine. Dopo la prima intervista con gianLuca Umiliacchi, fondatore dell’Archivio Nazionale Fanzine Italiane – Fanzinoteca d’Italia 0.2 – Centro Nazionale Studi Fanzine, sita a Forlì (FC), ora vado in Francia per intervistare Andrew Hales, curatore de La Fanzinothèque de Poiters. Come sempre vi invito alla lettura, e poi appena potete ad andare di persona a scoprire o riscoprire questo incredibile e interessante archivio del mondo fanzinaro.

Qui trovate l’intervista in Inglese

Come nasce La Fanzinothèque?

La Fanzinothèque è stata fondata nel 1989 da Didier Bourgouin, a cui è stato chiesto dalla città di Poitiers di creare un evento focalizzato sulla stampa giovanile. Lui ha creato La Fanzinothèque a partire dalla sua collezione di circa 250 zine. Ora ne abbiamo quasi 60.000

Dove si trova?

La Fanzinothèque si trova a Poitiers, in Francia e si trova presso il Confort Moderne, un ex sito industriale che è stato convertito in uno spazio culturale nel 1985. Condividiamo il sito con altre due associazioni no-profit: L’Oreille est Hardie, che gestisce il sito e programmi di arte contemporanea e musica, e Jazz à Poitiers, che cura programmi di jazz e musica sperimentale e improvvisata. C’è anche un ristorante e un negozio di dischi.

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Che tipo di fanzine ha in archivio?

La nostra collezione è stata fondata su zines punk rock anni ’80, ma si è espansa per includere tutto: zine musicali, graphzines, Comix, artzines, scrittura, femminismo, queer, ed eco-zine e così via.

Come viene rifornita la collezione? Vi muovete per andare alla ricerca oppure le nuove e vecchie fanzine vengono inviate direttamente a La Fanzinothèque?

La collezione è organizzata per nazione e in ordine alfabetico. Tutte le zines sono su scaffali accessibili e possono essere maneggiate e sfogliate da chiunque durante gli orari di apertura. I membri possono prendere in prestito zines (fino a 10 zines per un mese). Quasi tutte le nostre zines ci sono state donate. Non abbiamo bisogno di cercare in giro, la gente ci manda le cose. Raccogliamo anche molte donazioni ai festival di zine in Francia e altrove.

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Come si può fruire La Fanzinothèque?

Venendo a trovarci! Abbiamo un festival alla fine di agosto, e questo è un momento particolarmente buono per visitare la Fanzinothèque. Abbiamo un catalogo online (https://fanzinotheque.centredoc.fr/). Abbiamo anche circa 3000 zine che sono state digitalizzate e possono essere lette online.

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Aneddoti interessanti, divertenti, intorno alla collezione, ai fanzinari che sono entrati in contatto con La Fanzinothèque?

Ce ne sono troppi da ricordare!

La Fanzinothèque è in contatto con altri archivi, musei dedicati alle fanzine? Ad esempio l’Archivio Nazionale Fanzine Italiane – Fanzinoteca d’Italia 0.2 – Centro Nazionale Studi Fanzine, oppure Fanzinorama la Petite Fanzinothèque Belge, o ancora la Fanzinoteca del Museo Universitario del Chopo in Messico?

Sì. Due anni fa abbiamo creato una rete di biblioteche di zine in Francia e in Belgio che comprende La Petite Fanzinothèque Belge e altre cinque. Ci incontriamo più volte all’anno e pubblichiamo una rivista sulle nostre attività. Abbiamo invitato l’Archivio Nazionale Fanzine Italiane al nostro 20º anniversario nel 2009. E l’anno scorso la nostra archivista Marie ha partecipato a una videoconferenza alla Fanzinoteca del Museo Universitario del Chopo.

Ha ancora senso parlare di fanzine cartacea in un mondo sempre più digitalizzato? Prevedete in futuro di archiviare fanzine in formati diversi dal cartaceo?

La carta non se ne va! Sempre più persone si allontanano dai media digitali e ritornano alla stampa, in particolare utilizzando la risografia. Inoltre, molti creatori di fanzine politiche vedono le zines stampate come un modo per diffondere informazioni al di fuori della sorveglianza totale dello spazio digitale. Abbiamo un progetto in corso per digitalizzare la nostra collezione, ma ci vorranno 37 anni per farlo al nostro tasso attuale.…

Dal vostro punto di vista “privilegiato” come viene recepita la fanzine cartacea in Francia? Quali generi secondo voi hanno un maggiore impatto sulla società che fruisce la fanzine?

Le zine sono un importante mezzo di espressione per un ampio spettro di persone ai margini e sottoculture, e come tali penso che siano ugualmente importanti per tutti questi gruppi in Francia e altrove.

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La Fanzinothèque è presente sui social media?

Si. Facebook e Instagram. Abbiamo anche un sito web

La Fanzinothèque è aperta a collaborazioni con associazioni, enti, ecc. ecc.?

Quest’anno abbiamo avviato uno scambio con alcune organizzazioni in Germania (Bremer Zine Festival e Archiv der Jugendkulturen a Berlino). Siamo sempre alla ricerca di nuove partnership e connessioni. Invitiamo anche gli artisti a realizzare zine e serigrafie nel nostro laboratorio e a mostrare il loro lavoro nel nostro spazio espositivo.

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Inevitabile domanda finale: progetti futuri come un documentario che racconti la storia dell’Archivio, oppure un libro o altro?

Abbiamo fatto un documentario su di noi nel 2009 per il nostro 20º anniversario, e un altro documentario che presenta La Fanzinothèque, “Fanzinat” è stato rilasciato lo scorso anno. Abbiamo pubblicato un libro che ripercorre la nostra storia nel 2019, e in quello stesso anno abbiamo pubblicato il libro “Fanzinorama”, che è una storia visiva di zine, con zine della nostra collezione. Per quanto riguarda i progetti futuri, siamo in attesa del 4 º anno del nostro festival UEF nel mese di agosto 2024.

Come sono stati acccolti dal pubblico che vi segue i volumi e i documentari?

I libri sono stati ben accolti e ne abbiamo venduti parecchi. Il documentario del 2009 era una produzione interna che non era distribuita, ma la gente ama guardarla ai festival, ecc.
“Fanzinat” è stato ampiamente mostrato nei festival e nei cinema di tutta la Francia nel corso dell’ultimo anno. Non si tratta solo di noi, ma presenta una visione generale della scena zine in Francia.

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