Muni ‘Soma’

(Backwards 2020)

I Muni, nuova creatura di Nicola Caleffi (Julie’s Haircut). il quale ha chiamato attorno a sé Laura Storchi (anch’ella nei JH), Claudio Luppi e Pierluigi Lanzillotta già insieme nei Pip Carter Lighter Maker, presentano il loro lavoro ‘Soma’ – dal sanscrito (il nettare sacro per il culto vedico), non dal greco.
La musica infatti non si lascia toccare, non ha corpo; ha invece potere evocativo, dimensionale. Una musica che trae ispirazione e forse radice da scene improvvisative che si collocano tra jazz e rock, in quella stagione in cui tutto ciò che cadeva lì diventava world-music o fusion. Gli arpeggi di chitarra, la ritmica etnica, i pedali elettrici, il canto suadente denso di riverbero ci ricordano come quelle costruzioni musicali siano ancora attuali e possano assumere nuovi colori. Dalle tonalità cromatiche accese degli anni ’70 a cromatismi ben più cupi e foschi del 2020. C’è come un’energia vitale da quegli anni che nel frattempo si è sopita, è diventata fredda e più sotto controllo.
Anche Corona Borealis o Spirit Animals, i brani più psicadelici, tengono a bada la dea Kundalini. Ma questo aspetto non è un limite, anzi: sembra più l’esercizio di una pratica musicale che sottointende una pratica meditativa, in un certo senso accompagnamento di un viaggio attraverso sé piuttosto che attraverso la contaminazione con l’esterno e luoghi altri. Anche i testi sono fortemente mistici: poemi sanscriti e zen e di Dylan Thomas.
Ben suonato, misurato, affascinante.

Voto: 8

Gianni Zen

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