Adriano Zanni ‘Ricordo Quasi Tutto’

(Bronson 2019)

Una calda folata di acusmatico stupore incantevole il contenuto dell’intrico di rami in copertina.
Luoghi della memoria, piccoli scatti quotidiani spesso in secondo piano, il tempo e gli eventi che si susseguono nell’esistenza, a riportar quei piccoli detriti a galla, a ridargli prospettiva e contorno (tangibile, planante e sussurrato senza ansia o enfasi). Che Zanni, dal prima come Punck, poi nel successivo silenzio di un decennio, e ora, nella ritrovata verve produttiva, ha sempre ininterrottamente raccolto e custodito come suono o immagine. Appunti, materia trattata e qualche sottile bava di synth (tra frequenza e coda lunga armonizzante), che onestamente rintuzzar nell’ambito experimental, par non poco riduttivo.
Zanni, riorganizza reperti sonori e con qualche minima aggiunta strumentale (senza brutali forzature), offre espansi flussi passionali.
“Ricordo Quasi Tutto”, non è cupo stridore di affondamento, “Ricordo Quasi Tutto” è vita ed il suo scorrer (leggeri attriti compresi).

Voto: 8

Marco Carcasi

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