Diononesiste ‘Inclavatus’

(Lo-fi Or Die / Jigokuki 2018)

Ristampa su nastro in 88 copie di un cd-r edito nel 2015, “Inclavatus”,
arriva dal buio e ti lascia nel buio. Progetto nato a Torino nel
2003, one man act estremo e senza compromessi.
Al tutto (chitarre/batteria /basso/voce), uno dei nostri cantori siderurgici
preferiti, Daniele Brusaschetto. Catastrofe catacombale
infetta, con la ritmica che batte e sbatte che gli è un
piacere, mentre tutt’attorno, un tripudio di riff uncinanti e urla
putrido/gorgoglianti (con testi in italiano per lo più, quasi
su tematiche terminali noise-hc). Scossoni, urti e azzannamenti,
ci scappa pure una elettrocuzione ambientale dopo una raffica di
colpi (Penumbra), una placida osservazione delle proprie ali
in fiamme (The Meaningless Of Living) e una Fiaba Macabra,
che par una microparticella Head Of David, ingrandita
oltre la sfocatura. Diononesiste non tiene concerti e
incide quando ha qualcosa da dire (tre uscite in circa quindici
anni). Estremismo e fierezza diy.

Voto: 7

Marco Carcasi

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