John Gibson ‘Traces

(Innova 2016)

L’album presenta sette composizioni di John Gibson. Chitarrista rock e jazz, il compositore statunitense si è poi dedicato alla musica colta contemporanea, cercando, come testimonia esemplarmente questo lavoro, di creare musica attraverso la combinazione di risorse eterogenee: laptops e strumenti acustici, soundscapes e celebri pezzi per pianoforte, impulsi e battiti sonori dalle velocità incompatibili (come in Driptick la cui idea base è il mix tra il tick tack di un orologio e lo sgocciolio di un lavandino), e via dicendo: ogni brano racconta una storia attraverso un avventuroso viaggio nel suono e nelle sue possibilità. In Slumbers l’elaborazione elettronica di suoni e rumori ripresi da Kind in Einschlummern, una delle Kinderszene di Schumann, lascia infine spazio, dopo diversi passaggi ed evoluzioni, alla citazione diretta di quel brano. In Day Trip, la vivacità esotico-newyorkese di Chinatown (che ribolle nel formicolare delle voci registrate per le sue strade) risuona nel Mahjong che apre un episodio sonoro ricco di suggestioni oniriche e di trovate musicali (come il trasformarsi del loop finale in ritmica percussione). In Out of Hand, il gioco fra tromba e trombone da un lato e strati di suoni generati dal computer dall’altro – sia in modo predeterminato, sia in risposta improvvisata alla performance dei fiati – genera situazioni interessanti e inattese, come il finale funk portato avanti dalla linea del basso contrappuntata dai fiati. Il penetrante suono del cello si fonde o scontra o incastra con una parte elettronica in Red Plumes, che dipinge in suoni una suggestione atmosferica marina, anzi oceanica, regalando momenti quasi epici. E non da meno sono il primo e l’ultimo brano: Thrum, che prende le mosse da note ricavate dalle corde di nylon e metallo della chitarra acustica e si evolve mai abbandonando una particolare tensione percussiva e rumoristica, e Blue Traces, la cui forza è la meraviglia generata dall’armonia che sorge tra il pianoforte di Kati Gleiser e le tracce di suono offerte in risposta dal computer: insomma, tutte le composizioni, realizzate tra il 1998 e il 2011, richiedono e insieme destano l’attenzione dell’ascoltatore, immergendolo in un’avvincente esplorazione di mondi sonori.

Voto: 10

Alessandro Bertinetto

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