Enten Eller ‘Tiresia’

(Autoproduzione 2016)

Tre splendide estese panoramiche impro da far girare e
rigirare. Da trent’anni fuor da ogni mischia di tendenza in
disperata/ammiccante ricerca di facile consenso. Il quartetto
composto da Massimo Barbiero (batteria e percussioni),
Maurizio Brunod (chitarra acustica/elettrica, live
sampling/effetti), Giovanni Maier (contrabbasso), Alberto
Mandarini
(tromba, flicorno, live sampling/effetti), coadiuvati
dal violino di Emanuele Parrini, si produce in una delle sue
migliori uscite, coniugando tradizione jazz d’impronta afroamericana,
influssi etnici (misurati e consapevoli), astrazioni avantgarde
impalpabili e chiaroscurali (non distanti dalla sensibilità di
Jon Hassel o di parte del catalogo ECM) e una sempre
accesa attenzione al presente e alla collocazione dell’individuo
nella complessità dell’oggi, che si traduce in un’arcaica
formula folk da terra/lavoro/sudore (o se preferite,
amore/appartenenza e spesso tormento). Linguaggio globale e
personale che mai un’istante naufraga nel semplice gesto tecnico fine
a se stesso. Sempre rivolti a comprender un punto in divenire che
l’occhio fatica a percepire. Piccoli loop d’elettronica che si
accendono come il frinir di grilli e cicale, immersi nell’alba di un
campo in attesa del canto della mietitura (Aylan), che nel
finale, avvampa struggente come soffio Liberation Music Orchestra.
Un passo, un passo e un altro passo verso l’orizzonte più distante.

Voto: 8

Marco Carcasi

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