Zidima ‘Buona Sopravvivenza’


(NelMioNome Dischi, I Dischi del Minollo, Rumori In Cantina Records, 2015)

Se a vedere una vecchia camicia di flanella vi viene la lacrimuccia, perché da quando vi siete sposati vostra moglie ve le ha relegate in garage dopo avervi detto di non essere più dei ragazzini coi capelli lunghi e che gli adulti si devono vestire a modo, allora non dovete più consolarvi ascoltando di nascosto ‘Badmotorfinger’ dei Soundgarden, perché direttamente da quella landa nebbiosa e piena di smog che chiamano Lombardia, arrivano gli Zidima, che non è il nome di un farmaco in compresse ma un personaggio pirandelliano, con il loro nuovo lavoro ‘Buona Sopravvivenza’.
Il disco nel suono e nelle liriche è un vero e proprio amarcord degli anni novanta, disincanto, tormento, rabbia, dolore, dissonanze, distorsioni… Insomma, i clichè ci sono tutti. Ed il bello è che tutto funziona alla grande; ad un fugace ascolto potrebbe sembrare una pallida operazione nostalgia, ma più si passa il tempo col disco nello stereo più lo si apprezza, perché i ragazzi sembrano del tutto onesti, mettono semplicemente in scena quello che hanno dentro e lo dicono forte, in maniera sentita, emotiva, e forse il sound grungettone che pervade il disco non poteva che essere una scelta obbligata per questo sentire sensibile e tormentato. Inutile dire che nelle canzoni troviamo facilmente echi nostrani (Massimo Volume, Marlene Kuntz e Afterhours), ma ci sono anche richiami a band d’oltre oceano che degli anni ’90 hanno fatto la storia, come in ‘L’Autodistruzione’, che è un perfetto collage tra Smashing Pumpkins e Stone Temple Pilots. Notevole la traccia di chiusura in stile Tool. Che dire? Viva gli anni ’90 e buon ascolto.

Voto: 7

Davide Giustozzi

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