DuChamp ‘Nar’

(Boring Machines 2013)

La signorina DuChamp, è una scienziata italiana, che
vive e lavora a Berlino.
La sua religione, è il drone.
In
forma potente e monotona.
Una sollecitazione fisica, stordente e
rigenerante.
In costante, libero ondeggio.
Luce calda/piena e
detritica raccolta di memorie.
In quasi completa solitudine, fra
chitarra (anche baritona), tastiere e accordion, DuChamp, si produce
in cinque numeri, semplici ed efficaci.
La rilucente estasi
circolare di Gemini (fra Niblock e la Oliveros),
le gassose Protect Me From What I Want e A Way To Grasp Joy
Immediately
(terra che esala un respiro, vapori in attesa di
un’alba a disperderli. Il blues, i Sonic Youth di “Evol”,
“Sister” e “Bad Moon Rising”, annidati
nell’arpeggio), Nico ed i Suicide, nella decadenza
gloriosa di A Worship (con la voce dell’ospite Brian Pyle), Seisachtheia, ipotesi di un’oltre, in calda declinazione
kraut/raga.
Il domani, potrebbe esser fiamma che divampa.

Voto: 8

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