Worm Records Presenta Soundpiece Vol. 1, Vol. 2, Vol. 3

Machinefabriek ‘15/15’

Dyane Donck / Daisy Bell ‘Proverb of Hell’

Pierre Bastien ‘Entomology’

 

Di Marco Paolucci

uccio12@hotmail.com

Machinefabriek ‘15/15’

Dyane Donck / Daisy Bell ‘Proverb of Hell’

Pierre Bastien ‘Entomology’

Uscita simultanea, a fine annata 2012, di tre album in vinile giallo, rosa, blu, commissionata dalla label Worm a tre artisti per il Soundpiece, un installazione sonora attiva dal 2006 e localizzata sotto il piano del Schouwburgsquere, sorta di spazio pubblico trasformato in teatro all’aperto, situato nel cuore di Rotterdam. L’installazione si estende per un diametro di 30 x 30 metri e comprende 32 microfoni sistemati in maniera tale da diffondere il suono per tutto il perimetro dello spazio. In questo modo il suono proviene da fonti invisibili per il visitatore/ascoltatore che camminando sopra lo spazio lo percepisce come proveniente da ogni parte nell’aria. Per questo progetto ogni artista ha creato un suo personale brano di sound art, risultante di un diverso approccio alla materia, brano che è stato suonato a rotazione, all’interno dell’installazione, per un mese intero alla fine del 2011. Andando ad analizzare le produzioni la prima in vinile giallo, intitolata ‘15/15’, è quella di Machinefabriek, progetto dell’artista Rutger Zuydervelt. Due brani, uno per ogni lato nominati semplicemente 15/15 A e 15/15 B costruiti nella seguente maniera: 15/15 A si compone di 15 toni sinusoidali con frequenze che vanno da 150 ai 9000 herz, che vengono ripetuti ad intervalli differenti: per esempio ogni 15 secondi viene ripetuto un tono con una frequenza di 150 hertz, ogni 60 secondi viene ripetuto un tono con una frequenza di 600 hertz, ogni quarto d’ora (900 secondi) viene ripetuto un tono con una frequenza di 9000 hertz. Ogni quindici minuti si ricomincia da capo, collegando i vari cicli in un loop continuo. Il risultato viene descritto dall’autore come un selvaggio carillon in slow motion che, sempre secondo l’autore, rimanda all’approccio di Brian Eno nel suo ‘Neroli’. Per Machinefabriek il brano nella sua “perfetta” logica si contrappone al caos e alla naturale confusione percepita sulla piazza dove si diffonde il suono, una sorta di calma indotta a contrastare il caos tutto intorno. 15/15 B invece riprende la track originale ma suonata all’incontrario, accentuata con l’effetto di riverbero in modo da fondere ogni nota nella successiva, creando così una composizione densa e stratificata. Alla fine l’effetto è quello di un brano completamente distaccato dall’interazione con l’ambiente. La valutazione di chi scrive è quella di due interessanti brani di ambient music, etereo e distaccato il primo mentre più rilassato e meditativo il secondo. Il secondo vinile denominato ‘Proverbs of Hell’, di colore rosa, vede per il lato a intitolato 2 Poems & 72 Sounds, l’artista olandese Dyane Donck che mette in musica due sonetti di William Blake, ‘London’ e ‘A Poison Tree’. Questi due poemi, precedentemente recitati e registrati, vanno a costituire il materiale audio su cui l’artista lavora. Il concetto che sta dietro a questo è il fatto che le parole oltre ad avere un senso hanno anche un suono puro che può essere manipolato. Lavorando sul testo ed inserendolo in un determinato contesto si può far risaltare il senso delle parole o il suono delle stesse. La piece in questione è sulla nascita, sulla vita e sulla morte: infatti nella sequenza iniziale del brano i frammenti del poema sono come le parole che appaiono ad un nascituro: incomprensibili, a tratti spaventose ma affascinanti. Nella sequenza centrale le parole sono intelligibili, ma poiché vengono relazionate in modi differenti tra loro e con il contesto, ne fuoriescono diverse possibilità di interpretazione che convivono simultaneamente. Nella sequenza finale, dedicata alla vecchiaia e alla morte le parole gradualmente si disintegrano, perdono il loro significato e diventano sfuggenti, lasciando prevalere una certa tristezza e malinconia. Nel lato b all’opera c’è il progetto Daisy Bell, composto sempre dall’artista Dyane Donck alla voce e alla strumentazione elettronica, Evelien van den Broek anche lei alla voce e all’elettronica, e Richard van Kruysdijk all’elettronica. Anche qui due composizioni di William Blake: la riproposizione di London, il nuovo The Fly e la ripresa finale London (reprise). Questa volta l’approccio è più “convenzionale” e il gruppo forma una coabitazione di deliziosi “glitchedelici” schizzi di canzoncine abbozzate, mescolate a straniate pillole pop frullate in salsa elettronica. Il terzo vinile, intitolato ‘Entomology’, è assegnato all’artista francese Pierre Bastien che nel primo lato con il brano Entomology vuole ricreare i “sapori” della sua infanzia all’interno della città, Rotterdam, in cui si è trasferito vent’anni fa. Lo fa utilizzando il suono delle cicale provenienti dalla Provenza che costituiscono le percussioni, i grilli che l’artista sentiva nel giardino dei suoi nonni creano il cantato e formano l’armonia mentre mosche e calabroni provenienti dai ricordi dell’estate francese costituiscono la linea di basso. Richiamandosi al brano Schwaldfahrt di Han Bennik e Peter Brötzmann, in cui i musicisti avevano integrato i suoni della natura nella loro composizione, Pierre Bastien crea il brano come un “field recording”. Organizza il suono naturale degli insetti in modo che si amalgami perfettamente in un tutto unico, fino a formare come risultato un’orchestra di insetti, The Insect Orchestra. All’ascolto il brano diverte, intriga e rilassa, immergendoci in un “prato verde-electro”. Il lato b vede sempre Pierre Bastien e One Man Nation, nickname del musicista di Singapore Marc Chia, con il brano Instant Music. Il brano è nato in un evento specifico avvenuto all’Het Paard Van Troje in The Hague: alcuni artisti provenienti dall’Indonesia e da Singapore, l’artista Iman Rohman aka Jimbot e il costruttore musicista Wukir Suryadi aka Bamboo Wukir, erano stati invitati in Olanda nel dicembre del 2011 dall’organizzazione olandese STEIM Studio For Electro-Instrumental Music e da One Man Nation per una serie di concerti intitolati ‘The Future Sound of Folk’. All’interno e durante questi concerti si era tentato, attraverso il recupero della storia e della tradizione, di definire il suono del folk del futuro, di fornire la sintassi, come scrive Pierre Bastien nelle note di copertina, del suono del post-folk. Il brano presente in questo album è quindi la registrazione dell’improvvisazione live compiuta da Pierre Bastien con One Man Nation in quella serata. Il titolo del brano è stato aggiunto dall’artista in omaggio all’Instant Composer Pool aka ICP Orchestra, collettivo olandese che ha mostrato nuove direzioni per l’improvvisazione radicale. Questa seconda composizione si rivela più “ordinaria”, ma mostra bene l’integrazione tra gli esecutori senza cali d’attenzione e con sapiente dosaggio di libertà improvvisativa. Ragionando sulla valutazione complessiva da dare ai lavori, possiamo dire che un 8 per tutti e tre ci sta in pieno.

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